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20 Regali di Natale, il 68% sono falsi

Posted by Valentina Beretta on
20 Regali di Natale, il 68% sono falsi

La paura delle frodi online e dei falsi è sempre presente, in particolare durante il periodo di Natale, quando la corsa agli acquisti si fa più intensa. Il 45% dei consumatori teme infatti di comprare prodotti falsi come regalo di Natale, il 46% è preoccupato di utilizzare la propria carta di credito online e il 53% non acquista tramite i social media. Ma nonostante i timori e le cautele dei consumatori, uno su tre (30%) ha inavvertitamente acquistato un prodotto falso, e il 68% dei prodotti contraffatti risultano comprati proprio come regali di Natale. I contraffattori stanno quindi traendo vantaggio dal Natale, almeno secondo la nuova ricerca di MarkMonitor, l’azienda specializzata nella protezione del brand aziendale.

Un maggior livello di consapevolezza

La ricerca ha coinvolto 2600 consumatori tra Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Francia e Italia, per valutare il comportamento nei confronti dello shopping online, l’acquisto di prodotti contraffatti e il ruolo dei brand. I risultati mostrano che nonostante non tutti gli acquisti di Natale vengano fatti online, i consumatori spendono la maggior parte del loro denaro sui marketplace (37%) e sui siti ufficiali dei brand (17%), mentre il 38% spende la maggior parte del proprio budget di Natale nei negozi fisici.

I consumatori, però, hanno dimostrato un maggior livello di consapevolezza in termini di sicurezza quando effettuano acquisti sui marketplace online (88%), tramite i link nei risultati di ricerca (63%) e sulle app degli smartphone (59%).

Sui marketplace il 26% degli acquisti di prodotti contraffatti

Chi ha acquistano inconsapevolmente prodotti contraffatti lo ha fatto proprio sui marketplace (26%), tramite app su smartphone (17%), basandosi sui risultati dei motori di ricerca (13%), e su post sponsorizzati sui social media (11%). Ciò si verifica a dispetto del fatto che molti canali, come ad esempio i marketplace, abbiano in atto programmi per mitigare il rischio di vendita di prodotti contraffatti.

“I consumatori stanno diventando più accorti nel loro comportamento d’acquisto online, tuttavia non è ancora abbastanza – conferma Chrissie Jamieson, Vice President Marketing di MarkMonitor -.Sono tuttora vittime dei contraffattori, vengono ingannati e indotti a comprare prodotti falsi”.

Un rischio anche per la salute

La ricerca mostra che la maggioranza dei consumatori truffati (88%) crede che i brand dovrebbero fare di più per proteggerli. “Gli acquirenti stanno spendendo sempre più soldi online, il che aumenta il rischio di frodi o di comprare inavvertitamente un prodotto contraffatto continua Jamieson -. Questo mette in evidenza la natura onnicomprensiva della protezione del brand attraverso tutti i canali, anche quelli ritenuti più affidabili dai consumatori”.

Molti prodotti contraffatti di elettronica, cosmetica e giocattoli, rappresentano un rischio per la salute e il benessere dei consumatori. Un motivo in più per evitare i “falsi”.

Acquisti

Il Tax Free Shopping cala in Europa, ma in 7 anni raddoppia i volumi del Lusso

Posted by Valentina Beretta on
Il Tax Free Shopping cala in Europa, ma in 7 anni raddoppia i volumi del Lusso

Global Blue traccia le tendenze del mercato nei primi nove mesi del 2018. Con l’obiettivo di analizzare le dinamiche di acquisto dei turisti extra-UE Global Blue ha determinato le evoluzioni delle transazioni Tax Free nei tre principali segmenti di riferimento, Luxury, Premium e Mass. In linea con le dinamiche di arrivi turistici e i profili dei Globe Shopper, si è assistito a una flessione nei segmenti Luxury (-8%), e Premium (-10%), mentre il segmento Mass risulta invariato rispetto allo scorso anno. Negli ultimi sette anni però in Europa il Tax Free Shopping ha rappresentato uno dei principali driver di crescita del settore Lusso, raddoppiando il suo volume.
Meno transazioni, ma più valore per lo scontrino medio
Nei primi nove mesi del 2018 l’Europa ha registrato un calo delle vendite Tax Free (-6%) rispetto al medesimo periodo del 2017. In particolare, il Tax Free Shopping ha rallentato in Italia (-8%), Gran Bretagna (-8%), Spagna (-8%) e Germania (-13%).
In controtendenza la Francia, unico Paese europeo nel quale le vendite Tax Free hanno registrato un segno positivo (+1%), grazie soprattutto agli acquisti dei Globe Shopper appartenenti ai segmenti Elite (2,2%) e Frequent (17,7%) meno sensibili alle oscillazioni valutarie, riporta askanews.
A fronte del minor numero di transazioni i dati Global Blue hanno registrato però un aumento del valore dello scontrino medio europeo (+2%).
I Millennials protagonisti del Tax Free Shopping francese
Nel 2017 i Millennials sono stati i principali fautori dell’incremento del Tax Free Shopping francese. Con un’età compresa fra i 18 e i 34 anni rappresentano il 31% del totale dei Globe Shopper, con un potere di acquisto che nel 2017 ha registrato un +17% sul 2016. Nel 2017 la spesa annuale in Tax Free dei Millennials appartenenti alla categoria Infrequent è stata pari a circa 1.700 euro (+10% vs 2016), quella dei Frequent a 4.000 euro (+17% vs 2016), e oltre 51.000 euro (+10% vs 2016) quella della categoria Elite.
Le nazionalità dei Globe Shopper
Nei primi nove mesi del 2018 i protagonisti del Tax Free Shopping sono i Globe Shopper cinesi. Seppure in lieve calo (-4% rispetto al 2017), rappresentano il 29% del totale degli acquisti effettuati in Europa. Il Vecchio Continente continua a essere meta di shopping anche per i viaggiatori provenienti dai Paesi del Golfo (11%), e per quelli in arrivo dalla Russia (8%). Nel periodo gennaio-settembre 2018, eccezion fatta per i turisti russi, i Globe Shopper hanno prediletto la Francia come destinazione di viaggio rispetto agli altri Paesi tradizionalmente considerati mete di shopping. E l’Italia è il paese che ha scontato maggiormente la frenata dello shopping dei viaggiatori del Middle East (-16%).

Economia

Millennials e lavoro: più fiducia nel futuro

Posted by Valentina Beretta on
Millennials e lavoro: più fiducia nel futuro

I millennials hanno fiducia nel futuro, sono capaci di adattarsi rapidamente a innovazioni e cambiamenti, e sanno cogliere tutte le opportunità della Gig Economy. Soprattutto per quanto riguarda il futuro del mondo del lavoro.

La conferma arriva dal report pubblicato da CornerJob, l’app per il mobile recruitment, basato sui risultati di una ricerca condotta a giugno 2018 su 1,2 milioni di utenti di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Secondo i risultati della ricerca infatti, nonostante l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) registri negli ultimi cinque anni un calo del 53% circa nelle retribuzioni dei lavoratori, il 74% degli intervistati è convinto che il mercato del lavoro cambierà in meglio.

Mobile recruiting e soft skills: come trovare un’occupazione stimolante

I giovani del terzo millennio concepiscono il lavoro come un naturale proseguimento del percorso iniziato tra i banchi di scuola. Al punto che per il 65% degli intervistati l’esperienza aziendale viene anteposta al conseguimento di un diploma universitario. E poiché il loro l’habitat naturale è digitale, riporta Adnkronos, il 77% si affida al mobile recruiting per la ricerca di un impiego. Il modo più diretto e concreto di cercare un’occupazione. L’85% degli intervistati, poi, privilegia un ambiente di lavoro stimolante a condizioni retributive vantaggiose. E, in generale, pensa che le soft skills contino quanto le competenze tecniche.

Qualcosa (non) è cambiato

Se la stabilità economica e la crescita professionale restano due priorità (52%), per i millennials queste non sono necessariamente legate all’esigenza di formare un nucleo familiare (obiettivo per il 10% degli intervistati). E nonostante siano abituati all’idea di un probabile nomadismo professionale, il 72% dichiara di voler restare nella stessa azienda per più di cinque anni. Tanto che il job hopping (cambiare lavoro più o meno ogni sei mesi) interessa solo al 14% degli intervistati. Insomma, pur tenendo in considerazione valori come work-life balance, flessibilità e smart working, i millennials cercano un contratto full-time (63%).

Recuperare i valori del passato adattandoli alla grammatica contemporanea

La popolazione che entro il 2020 rappresenterà più della metà della forza lavoro a livello globale non ha rinunciato al sogno rivoluzionario della cultura digitale iper-connessa e always-on. Ma ha ben compreso che il quadro socioeconomico si sta evolvendo a una velocità diversa da quella prevista.

Consapevoli e inclini alle trasformazioni, i millennials non si perdono d’animo, e non hanno paura di cambiare idea. Anche se ciò potrebbe significare recuperare, pur rileggendoli con la grammatica contemporanea, alcuni valori chiave della generazione che li ha preceduti.

Economia

Il trasporto aereo fa volare l’economia mondiale

Posted by Valentina Beretta on
Il trasporto aereo fa volare l’economia mondiale

Un giro d’affari di 2.700 miliardi di dollari, pari al 3,6% dell’intera economia mondiale. Sono i numeri del trasporto aereo, un settore che fa volare l’economia globale. Lo ha reso noto la Iata, l’Associazione internazionale del trasporto aereo, in un rapporto dal titolo Aviazione: benefici oltre i confini.

Il report analizza l’importanza del trasporto aereo nella società civile, e affronta l’impatto economico, sociale e ambientale dell’industria a livello globale.

“Pensiamo a come i progressi nel trasporto aereo  hanno cambiato il modo in cui le persone e le imprese siano collegate tra loro – commenta Michael Gill, direttore esecutivo Iata -. Gli obiettivi raggiunti sono straordinari. Più gente in più parti del mondo di quanto mai sia stato in precedenza si avvantaggia di poter viaggiare rapidamente e in sicurezza”.

Due scenari possibili per la crescita del settore

Il rapporto prende in esame due scenari possibili per la crescita complessiva del settore. Nel caso di un approccio improntato al libero scambio Iata prevede che per il 2036 la crescita porterebbe il numero dei posti di lavoro a 97,8 milioni, per un giro d’affari di 5.700 miliardi di dollari. Nel caso in cui invece prevalessero le spinte politiche isolazioniste ci sarebbero 12 milioni di posti di lavoro in meno, e il calo del giro d’affari sarebbe pari a 1.200 miliardi di dollari, riporta Askanews.

Nel 2017 le tariffe aeree sono scese del 90% rispetto al 1950

Altri dati contenuti nel rapporto evidenziano che il trasporto aereo movimenta il 35% del commercio mondiale in valore (6.000 miliardi di dollari nel 2017), ma meno dell’15% in volume (62 milioni di tonnellate nel 2017). Sempre nel 2017 le tariffe aeree, in valore attualizzato, erano il 90% più basse rispetto a quelle del 1950, e ciò ha permesso l’accesso ai viaggi aerei a un numero di persone molto più elevato. Tanto che oggi il 57% dei turisti di tutto il mondo raggiunge le proprie destinazioni in aereo.

I lavoratori del settore sono 4,4 volte più produttivi

A livello mondiale, si legge ancora nel report di Iata, sono operative 1.303 compagnie aeree che in totale dispongono di 31.717 aerei, attivi su 45.091 rotte fra nazionali e internazionali. Gli aeroporti in tutto il mondo sono 3.759, e gli enti di assistenza al volo 170. Quanto al numero di posti di lavoro, a livello mondiale il settore ne conta 65,5 milioni, di cui10 milioni in maniera diretta.

Non è tutto, perché la produttività dei lavoratori del trasporto aereo è in media 4,4 volte superiore a quella degli altri settori industriali.

Acquisti

Acqua pura anche in ufficio con i dispenser IWM

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La corretta idratazione è una condizione essenziale per il benessere fisico e quello del nostro organismo. Bere la giusta quantità d’acqua è infatti essenziale anche ad aiutare a  mantenere alto il livello di energie e concentrazione durante l’orario di lavoro. Ecco perché è importante bere spesso nel corso della giornata e dunque non solo durante i pasti ma anche durante l’orario di lavoro. Spesso però, la necessità di bere si scontra con il sapore troppo forte che di norma caratterizza l’acqua dei boccioni solitamente presenti negli uffici. Ciò spinge i dipendenti ad evitare di bere o a preferire bevande gasate che di certo non fanno bene e sicuramente non sono in grado di dissetare come l’acqua, a causa degli zuccheri che contengono. I boccioni inoltre, hanno lo svantaggio di essere difficili da trasportare e da movimentare, oltre ad avere un costo al litro non indifferente ed in grado di incidere sui costi di gestione di ogni azienda o ufficio.

La soluzione pratica e conveniente è quella di adottare uno dei dispenser acqua ufficio che IWM propone, i quali filtrano direttamente l’acqua del rubinetto eliminando ogni impurità ed offrendo un’acqua assolutamente bilanciata e sicura. È inoltre possibile avere acqua fredda o calda a piacimento, così come un’ottima acqua gasata o del ghiaccio se lo si preferisce, andando incontro ai desideri di tutti. Il risparmio è notevole considerando che l’acqua del rubinetto è decisamente più economica rispetto quella dei boccioni, che vanno poi smaltiti secondo quanto previsto dalle normative dei singoli comuni dopo il loro utilizzo, ma che troppo spesso vengono purtroppo riciclati a discapito della salute dei fruitori. I dispenser IWM consentono invece ai tuoi dipendenti di bere tutta l’acqua che desiderano personalizzandola in base ai loro gusti, con la certezza di bere sere dell’ottima acqua utile anche a migliorare la produttività del’intero ufficio.

Acquisti

Scuola, quest’anno si spende di più. Oltre 1.000 euro per libri e zaini

Posted by Valentina Beretta on
Scuola, quest’anno si spende di più. Oltre 1.000 euro per libri e zaini

Per le famiglie il rientro a scuola sarà una vera stangata. Federconsumatori calcola che per corredi scolastici quest’anno si spenderanno intorno ai 526 euro a studente (+0,8% rispetto al 2017), e poco più di 456 euro per i libri e 2 dizionari. In questo caso, dichiara Federconsumatori, l’1,1% in meno rispetto all’anno scorso.

Secondo Codacons, tra corredo e libri di testo la spesa complessiva potrà facilmente superare i 1.100 euro a studente. Più pesanti quindi gli aumenti per astucci, zaini e materiale scolastico, ma secondo il Codacons, anche per i libri di testo.

Per un astuccio griffato la spesa arriva a 40 euro

In base alle stime l’associazione per i diritti dei consumatori calcola per il corredo scolastico (penne, diari, quaderni, zaini, astucci…) rispetto al 2017, un incremento medio del +2%, rincaro che raggiunge il +4% per il materiale “griffato”, ossia le marche più richieste dai giovanissimi perché legate a squadre sportive, cartoni animati, bambole o personaggi e serie famosi.

Il prezzo di uno zaino di marca raggiunge i 120 euro, mentre per un astuccio griffato attrezzato (con penna, matita, gomma da cancellare e pennarelli) la spesa arriva quest’anno a 40 euro, sostiene il Codacons. Altra voce che incide sulla spesa per il corredo è quella relativa al diario, che sfiora i 20 euro per le marche più note, riporta Ansa.

Codacons prevede un esborso maggiore per i libri rispetto lo scorso anno

Se il costo dei libri di testo è variabile a seconda del grado di istruzione e della scuola, contrariamente a Federconsumatori, che parla di un leggero risparmio il Codacons smentisce la possibilità di sensibili riduzioni. Anzi, prevede un esborso economico maggiore rispetto lo scorso anno scolastico. Tuttavia, spiega l’associazione, anche sulla spesa scolastica è possibile risparmiare sensibilmente, e abbattere i costi del 40%.

Alcuni consigli per abbattere la spesa

Seguendo alcuni consigli, risparmiare si può. Ad esempio, non inseguire le mode. In tal modo per il corredo si può spendere meno acquistando prodotti di identica qualità, basta non comprare gli articoli legati ai personaggi dei cartoni animati o bambole famose.

Nei supermercati inoltre si può arrivare a risparmiare fino al 30% rispetto alla cartolibreria, e rinviare gli acquisti non necessari può essere una buona idea. Le scorte di quaderni e penne si possono anche comprare in un momento successivo. Spesso, infatti, aspettando, si risparmia.

Per i materiali più tecnici (dal compasso ai dizionari) è poi bene attendere le disposizioni dei professori, onde evitare acquisti superflui o carenti.

Economia

Se la ripresa italiana perde slancio il 2019 sarà al ribasso

Posted by Valentina Beretta on
Se la ripresa italiana perde slancio il 2019 sarà al ribasso

Le stime dei modelli di breve periodo dell’Ufficio parlamentare di bilancio, segnalano un rallentamento dell’attività economica, che si potrebbe protrarre nel corso dell’estate, determinando un lieve peggioramento delle previsioni di crescita per l’anno in corso. E, in considerazione del minor effetto di trascinamento, influenzando anche i risultati del 2019. L’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) conferma il cambio di marcia del Paese. E come si legge nella nota sulla congiuntura a luglio, questa inversione di tendenza, seppure in linea con l’andamento delle maggiori economie avanzate, fa sì che la ripresa economica in Italia abbia “parzialmente perso slancio”, e rischi di avere un ”effetto trascinamento” anche sul 2019.

Nel primo trimestre 2018 buon andamento dei consumi ma calo di investimenti

Nella media del 2018, l’espansione del Pil si attesterebbe all’1,3%, lievemente al di sotto della previsione Upb dello scorso maggio, che risultavano pari all’1,4%. Per effetto della minor crescita acquisita poi anche l’incremento previsto per il 2019 registrerebbe una correzione al ribasso, con una crescita del Pil di poco superiore all’1%, riferisce Adnkronos.

Nei primi mesi dell’anno, osserva ancora la nota dell’Upb, ”a un buon andamento dei consumi ha fatto riscontro quello negativo di investimenti ed esportazioni”. Nonostante un leggero calo del potere di acquisto delle famiglie (0,2% nel primo trimestre) la dinamica dei consumi ha registrato però un recupero nel primo trimestre dell’anno (0,4% in termini congiunturali).

Una battuta d’arresto che riassorbe i progressi conseguiti nel 2017

Questo andamento positivo nei consumi, aggiunge l’Upb, ”ha beneficiato del clima di fiducia delle famiglie e delle dinamiche occupazionali, che consolidandosi potrebbero continuare a sostenere nel breve termine i piani di spesa delle famiglie”.

Nei primi tre mesi dell’anno, inoltre, la dinamica congiunturale dell’accumulazione del capitale ha subito una battuta d’arresto dell’1,4%, riassorbendo quindi parte dei progressi conseguiti nel 2017.

L’export italiano cala del 2,1%

A pesare sulle decisioni di investimento, secondo l’Upb, ”ha verosimilmente influito l’incertezza relativa al prolungamento per quest’anno delle agevolazioni fiscali per l’acquisto di impianti e macchinari, in contrazione del 2,4% nei primi tre mesi del 2018”.

Inoltre, sottolinea l’Ufficio parlamentare di bilancio, “le prospettive di breve termine, secondo le più recenti indagini sugli ordini dall’estero, restano deboli”. È risultato negativo infatti anche l’apporto all’attività economica da parte degli scambi con l’estero. Nel primo trimestre del 2018 il volume delle esportazioni, che risultava in crescita dalla metà del 2016, ha scontato un calo del 2,1 %.

 

Varie

Perchè un blog con questo nome strano?

Posted by Valentina Beretta on

Il termine “essay”, in inglese, significa “saggio”, inteso come scrittura. Ecco, questo blog vuole essere una semplice, modesta risorsa per tutti coloro che cercano informazioni sul web scritte in modo accurato, professionale e utile come base di riferimento per svolgere temi, tesi, convegni e quant’altro. Una nuova creatura nell’affollato panorama dei blog, italiani e non, che ha come mission quella di informare in modo trasparente e, sopratutto, affidabile: articoli scritti da noi e ispirati a notizie ed avvenimenti certi.

Spazieremo dalle tematiche economiche e quelle web, passando per consigli e suggerimenti legati al mondo dei consumi, del b2c e del b2b: mondo imprese, statistiche, novità sul mercato, social network, motori di ricerca, tendenze, riflessioni sul mondo sociale e politico. Ma il focus vuole essere proprio l’analisi degli scenari economici del nostro paese: siamo convinti che una corretta informazione guidi i consumi degli utenti, e consumi intelligenti sono in grado di spostare gli equilibri economici di un paese e, quindi, modificare il suo tessuto sociale. Ci riferiamo alla necessità di far emergere la qualità del prodotto, certo, ma anche la politica commerciale delle imprese che guardano al futuro, nel rispetto dei valori etici ed umani, e quelle che guardano esclusivamente al profitto immediato: perchè è da iniziative piccole come la nostra che partono i grandi cambiamenti.

Pensate se ci fossero 1.000, 10.000 o 100.000 blog come il nostro che promuovono, oltre ad una corretta informazione, le aziende, i servizi o i prodotti meritevoli di attenzione da parte del pubblico, stimolando a ragionare sul perchè affidarsi ad un marchio o ad una tipologia di consumo piuttosto che un’altra… Pensate quanto tutto questo potrebbe influenzare le abitudini di acquisto del pubblico che, ogni giorno, naviga sul web alla ricerca di un consiglio: perchè è questo che il web fa, risolve problemi e fornisce risposte. Ecco, vogliamo provarci anche noi: non siamo Google, certo, e forse non abbiamo neanche la possibilità di emergere tra le pagine del motore di ricerca, ma faremo del nostro meglio: e, sicuramente, quando leggerete questo blog, tornerete a navigare convinti di aver appreso qualcosa di interessante. Magari non in linea con ciò che vi aspettavate, o addirittura contrario alla vostra opinione, ma sicuramente interessante.

A presto quindi!