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L’Enea presenta il giardiniere “virtuale”

Posted by Valentina Beretta on
L’Enea presenta il giardiniere “virtuale”

Novità green per chi deve creare, allestire e gestire aree verdi in l’Italia. L’idea è il frutto di un progetto dell’Enea – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – che ha l’obiettivo di ridurre i costi di gestione delle aree verdi e il consumo di acqua, ma anche di scoprire eventuali utilizzi alternativi delle piante nell’alimentazione e nell’artigianato e i loro legami con l’arte, la letteratura, la musica e il territorio. Ecco Anthosart Green Tool, battezzato appunto come il nome del progetto Enea realizzato in in collaborazione con Forum Plinianum e Società Botanica Italiana e finanziato dal ministero dell’Istruzione. Si tratta di un innovativo strumento per progettare aree verdi con specie della flora d’Italia e per individuare quelle più idonee sulla base dell’area geografica e delle caratteristiche ambientali.

Disponibile gratuitamente per smartphone e tablet

Per chi fosse interessato, Anthosart Green Tool si scarica gratuitamente per smarthphone e tablet. Spiega Enea in una nota: “Questo giardiniere virtuale, pensato per vivaisti, progettisti, amministratori e privati cittadini, consente di selezionare un set di specie presenti nel nostro Paese tra le oltre 1.400 disponibili nel database per allestire spazi verdi ed accedere a un corredo di informazioni”. Per spiegare come funziona, basta inserire i dati relativi all’area geografica, altitudine d’interesse, tipo di infrastruttura da realizzare (aiuola, giardino roccioso, viale, ecc…), tipologia e colori preferiti, livello di luminosità, umidità e salinità del terreno: a questo punto il sistema presenta tutte le informazioni sulle specie più idonee, fotografie, schede botaniche, approfondimenti culturali, consigli e link. Questa iniziativa, oltre a migliorare le aree verdi e a facilitarne al gestione, vuole contribuire alla salvaguardia e alla valorizzazione della biodiversità nazionale e dei paesaggi urbani e alla riduzione dei danni indotti dall’introduzione di specie aliene.

Una grande opportunità per la progettazione del verde

“La ricchezza della nostra flora, con oltre 7mila specie, e la capacità di adattamento alle diverse caratteristiche ambientali del territorio, offre grandi opportunità per la progettazione del verde e risponde anche alle esigenze di diversificazione dell’offerta del settore vivaistico”, ha affermato Patrizia Menegoni della divisione Enea di Protezione e valorizzazione del territorio e del capitale naturale. “Giardini, bordure, aiuole, tetti e pareti verdi potranno divenire luoghi di collegamento tra le infrastrutture verdi e il paesaggio naturale per riportare la natura in città e costruire un verde urbano più sostenibile, migliorando anche la qualità della vita e il benessere delle persone”.

Economia

Gli italiani sono affezionati al contante, che vale il 52% delle transazioni

Posted by Valentina Beretta on
Gli italiani sono affezionati al contante, che vale il 52% delle transazioni

Il contante a oggi è ancora il mezzo di pagamento più diffuso tra i cittadini italiani, e vale il 52% del totale transato, per uno scontrino medio di 16 euro. Insieme alle carte, copre l’85% del totale transato, e raggiunge 337 di miliardi di euro rispetto ai 220 miliardi delle carte. Ma se queste ultime nel 2017 confermano una crescita a doppia cifra anno su anno nell’ultimo triennio, lo scontrino medio di 60,5 euro riflette un utilizzo ancora poco frequente per le piccole e medie spese quotidiane, che rimangono appannaggio del contante per la maggioranza dei consumatori. Il restante 15% del mercato dei pagamenti è processato con altri strumenti, come l’addebito in conto corrente, il bonifico bancario, l’assegno e i buoni pasto, che insieme valgono 97 miliardi di euro.

Crescono gli addebiti in conto corrente a sfavore degli assegni

Sono alcuni risultati della ricerca dedicata al mondo dei pagamenti degli italiani, condotta dall’Osservatorio Mobile Payment & Commerce della School of Management del Politecnico di Milano, secondo la quale nel 2017 gli italiani hanno acquistato beni e servizi di consumo per un totale di 654 miliardi di euro.

In questo mercato gli strumenti di pagamento principalmente utilizzati dagli italiani sono il contante e le carte di pagamento, utilizzate da più dell’80% degli italiani per spese in negozio e online. Sono cresciuti però anche gli addebiti in conto corrente, grazie alle domiciliazioni bancarie delle utenze domestiche promosse dalle politiche commerciali delle utility. E si diffondono sempre più gli strumenti di Internet e Mobile banking. Decresce, invece, l’utilizzo degli assegni, in favore soprattutto dei bonifici.

I canali di pagamento

Se si considerano i canali attraverso i quali i consumatori scelgono di effettuare un pagamento, quello di Proximity Payment rappresenta nel 2017 il 91% del totale del mercato, per un valore di 570 miliardi di euro. E si prevede che tale canale rimarrà il più importante anche nei prossimi cinque anni. I canali online di Remote Payment rappresentano il residuale 9% del mercato, con un valore transato di 59 miliardi di euro, e pur trattandosi di un mercato di valore secondario rispetto al canale offline, mostrano elevati tassi di crescita anno su anno, in particolare per quanto riguarda la componente di acquisti su siti eCommerce e pagamenti tramite bonifico da home banking.

I trend per i prossimi 5 anni

“Nei prossimi 5 anni prevediamo un forte avvicinamento del transato con carta a discapito di quello con contante – dichiara Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano -. Il definitivo superamento, o almeno l’avvicinamento, delle carte al contante per valore del transato dipenderà però anche da diversi fattori, come le eventuali azioni intraprese dal Governo verso la ‘war on cash’ o le iniziative promosse dagli attori della filiera per promuovere l’uso di strumenti di pagamento innovativi”.

 

Economia

A febbraio Pil stimato -0,1% annuo

Posted by Valentina Beretta on
A febbraio Pil stimato -0,1% annuo

A inizio 2019 le difficoltà dell’economia e le aspettative di crescita incerte tornano a condizionare negativamente i consumi delle famiglie. Questa situazione di permanente debolezza nei principali indicatori porta a stimare per il mese di febbraio una variazione congiunturale nulla del Pil mensile. Un dato che porterebbe a una decrescita del -0,1% rispetto allo stesso periodo del 2018.

A dicembre 2018, al netto dei fattori stagionali, la produzione industriale ha subito un ulteriore calo del -0,8% su base mensile, e del 5,4% su base annua. A gennaio 2019, quindi, la fiducia ha mostrato andamenti decrescenti tra le imprese e leggermente crescenti per i consumatori.

La fiducia delle imprese a gennaio ridotta dello 0,5%

A dicembre 2018 l’occupazione non ha registrato variazioni di rilievo rispetto al mese precedente, ma nel confronto annuo permane in moderata crescita (+0,1% su base mensile, +0,9% su base annua).  Da quanto emerge dal rapporto Congiuntura di Confcommercio a gennaio il sentiment delle imprese, in linea con un quadro economico non favorevole, si è ridotto dello 0,5%. Anche la fiducia delle imprese al dettaglio è peggiorata del -2,1% su dicembre, mentre il clima di fiducia delle famiglie ha registrato un miglioramento dello 0,7%.

L’ ICC torna stazionario

Gli andamenti degli ultimi mesi sembrano quindi suggerire come il recupero di ottobre e novembre abbia rappresentato più un fatto episodico, concentrato in alcuni segmenti di spesa come gli elettrodomestici e l’elettronica di consumo. Un recupero favorito da bassi prezzi e iniziative promozionali piuttosto che dall’inizio di una fase di miglioramento della domanda. A gennaio 2019 l’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha infatti segnato una diminuzione dello 0,3% in termini congiunturali e un aumento dell’1,1% nel confronto con lo stesso mese del 2018. In termini di media mobile a tre mesi, dopo il recupero degli ultimi periodi l’indicatore è tornato stazionario.

Unica variazione positiva beni e servizi ICT

La diminuzione dello 0,3% registrata in termini congiunturali dall’ICC a gennaio è sintesi di una flessione dello 0,2% della domanda relativa ai servizi e dello 0,3% per i beni, riporta Italpress. L’unica variazione positiva ha riguardato le spese per beni e servizi per le comunicazioni (+0,6% su dicembre), sul cui andamento continua a influire il favorevole andamento della domanda per i beni ICT. Per contro, la diminuzione più significativa si è registrata per i beni e servizi per la mobilità (-1,7%), sui quali ha pesato l’andamento non positivo della domanda di autovetture. In diminuzione anche la spesa per alberghi e consumazioni fuori casa (-0,4% su dicembre).

Economia

Lavoro, nel periodo gennaio-novembre 2018 +5% di assunzioni nel settore privato

Posted by Valentina Beretta on
Lavoro, nel periodo gennaio-novembre 2018 +5% di assunzioni nel settore privato

Il 2018 si è chiuso con una certa dinamicità del mercato del lavoro, almeno nel settore privato. Lo segnala l’INPS, che ha monitorato le assunzioni complessive nel lasso di tempo gennaio-novembre 2018. L’Istituto nazionale di previdenza sociale ha rivelato che nel periodo in esame, in riferimento ai soli datori di lavoro privati, le assunzioni sono state 6.890.000. Si tratta di un aumento del 5% ( pari a 325.000 unità in più ) rispetto allo stesso periodo del 2017.

Aumentano tutte le tipologie di contratti

Dai dati dell’INPS, risultano in crescita tutte le componenti: i contratti a tempo indeterminato vedono un aumento del +5,9%, i contratti a tempo determinato del +4,3%, i contratti di apprendistato del +11,9%, i contratti stagionali del +6,3%, i contratti in somministrazione del +2,4% e i contratti intermittenti del +7,7%. Per le assunzioni in somministrazione e a tempo determinato la fase di crescita si è conclusa ad agosto 2018. Positivo andamento anche per le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato: nello stesso periodo l’incremento registrato è del +69,3%, pari a 186.000 unità. In controtendenza i rapporti di apprendistato confermati alla conclusione del periodo formativo, che sono invece in diminuzione: -15,0%, -10.000.

Crescono anche le cessazioni
Le cessazioni nel complesso sono state 6.265.000, in aumento rispetto all’anno precedente (+8,8%, +508.000). Un fenomeno che si registra fortemente in tutte le tipologie di rapporti a termine a partire dai contratti a tempo determinato (+15%) per arrivare ai contratti intermittenti (+30%), mentre diminuiscono le cessazioni riferite ai rapporti a tempo indeterminato (-3,5%, -52.000).

Il saldo nel settore privato

Nel periodo gennaio-novembre 2018, nel settore privato, si registra un saldo, tra assunzioni e cessazioni, pari a +625.000, inferiore a quello del corrispondente periodo del 2017 (+807.000). Su base annua, considerando la differenza tra assunzioni e cessazioni per il periodo 1 dicembre 2017-30 novembre 2018, il saldo coincide con la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro. A fine novembre 2018 esso risultava positivo e pari a +283.000, in  calo rispetto a quello registrato ad ottobre (+314.000). I saldi tendenziali per le diverse tipologie contrattuali attestano un andamento sempre più positivo per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato (+134.000) e per l’apprendistato (+80.000). La consistenza dei lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale (CPO), a novembre 2018 si attesta intorno alle 18.000 unità (erano poco più di 15.000 a novembre 2017); l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a circa 240 euro.