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Arriva Quibi, la piattaforma per mini video da smartphone

Posted by Valentina Beretta on
Arriva Quibi, la piattaforma per mini video da smartphone

È arrivata Quibi, l’app che propone “quick bites” (bocconcini), ovvero mini video tra i sei e i nove minuti, sotto forma di film a capitoli, reality show e notiziari su smartphone. La nuova piattaforma in streaming, lanciata nei giorni della pandemia da Jeffrey Katzemberg (ex Dreamworks) e Meg Whitman (ex Hewlett-Parkard), sfida il mondo del coronavirus creando contenuti con i protagonisti di Hollywood, o Nbc, Bbc, Espn e altri ancora. L’iniziativa, che ha raccolto finanziamenti da 1,8 miliardi di dollari, ha visto i due ex Ceo al lavoro per due anni. “Sarà un enorme successo o un flop totale”, ha dichiarato al New York Times Michael Goodman, esperto di media a Strategy Analitycs.

Un’app da fruire in movimento, ora dal divano

Prima dell’epidemia Quibi doveva essere il diversivo da consumare in fila da Starbucks, nel tragitto in metropolitana o su una macchina Uber. Ma con milioni di persone a casa il Covid-19 ha cambiato l’equazione, e ora i “bocconcini” della nuova app se la dovranno vedere con gli ampi cataloghi di Netflix, Amazon, Disney+ e le altre piattaforme di streaming, tutti fruibili su qualsiasi schermo, dallo smartphone all’iPad alla tv di casa, riporta Ansa. Quibi, insomma, ora deve essere consultata sul divano, proprio come i servizi citati, e non in mobilità come da piani iniziali.

Piano B, come impressionare gli utenti alla ricerca di intrattenimento in casa

L’idea alla base di Quibi non è mai stata competere contro Netflix o Disney+, poiché la nuova app di streaming multimediale si basa su video brevi, da vedere appunto in mobilità durante le tante pause altrettanto brevi a cui siamo sottoposti ogni giorno, riferisce Hwupgrade.it. Il nuovo approccio avrebbe permesso alla piattaforma di entrare in un campo da gioco diverso rispetto a quello inflazionato e agguerrito di Netflix e degli altri colossi. Ma i piani, almeno per i primi mesi di Quibi, sono cambiati, e se l’app rimane identica, così come il suo approccio iniziale, adesso l’azienda deve impressionare gli utenti alla ricerca di intrattenimento in casa. Insomma il periodo di quarantena potrebbe essere un’arma a doppio taglio per la nuova Quibi.

Tre mesi di prova gratis

La formula utilizzata da Quibi, nello specifico, propone quindi aggiornamenti quotidiani con nuovi episodi nelle serie presenti, tutti da 10 minuti o meno. A rendere il tutto appetibile un periodo di prova gratis della durata di 90 giorni.

In questi primi 90 giorni Quibi dovrà dimostrare le sue peculiarità e mostrare agli utenti di cosa è composto il suo catalogo. Whitman ha già dichiarato, prima del lancio ufficiale, che Quibi non è da contrapporsi a Netflix, ma neanche a YouTube, piattaforma di sharing in cui le tempistiche dei video sono piuttosto simili. Alla scadenza dei 90 giorni, a differenza di YouTube che è gratis per sempre, Quibi costerà 4,99 dollari mensili, e già gli esperti si chiedono quali saranno le dimensioni dell’esodo dalla piattaforma. Dalla sua, avrà il supporto dei big dell’intrattenimento. Ma basterà?

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Covid-19, l’Ice annulla i costi per partecipare a fiere ed eventi promozionali

Posted by Valentina Beretta on
Covid-19, l’Ice annulla i costi per partecipare a fiere ed eventi promozionali

Tra le misure volte ad arginare l’impatto dell’emergenza Covid-19 sulle aziende italiane rientra anche quella di annullare i costi per la partecipazione alle fiere estere. L’Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, di concerto con il Ministro degli Affari Esteri, interviene infatti con misure di impatto immediato e agevolazioni per sostenere le aziende che partecipano alle sue iniziative promozionali. Con svolgimento a partire dal primo febbraio 2020, l’Ice annulla quindi le quote già fatturate per la partecipazione a eventi promozionali, come fiere estere, seminari, mostre autonome, workshop, in qualsiasi parte del mondo.

Rimborsi fino a 10.000 euro ad azienda

In particolare, per le imprese dei settori agroalimentare e beni di consumo, l’Agenzia rimborsa le spese già sostenute per la partecipazione alle iniziative sopra descritte per un tetto massimo pari a 6.000 euro ad azienda, e per quelle del comparto beni strumentali il tetto arriva a 10.000 euro ad azienda. Sarà offerto gratuitamente un modulo espositivo allestito in tutte le manifestazioni organizzate dall’Agenzia Ice, come appunto fiere, mostre autonome e altre iniziative, che si svolgeranno nel periodo che intercorre da marzo 2020 a marzo 2021, in qualsiasi parte del mondo.

“Essere vicini alle imprese italiane in questo particolare momento è indispensabile”

Per le altre attività, quali seminari, workshop e incoming sarà ugualmente garantita la partecipazione a titolo gratuito a tutte le aziende, limitatamente a una postazione/ammissione per singola iniziativa, riporta Ansa.

“Essere vicini alle imprese italiane in questo particolare momento è indispensabile e vogliamo farlo in modo concreto – afferma il Presidente Ice, Carlo Ferro -. Soprattutto alle Pmi, a cui vogliamo garantire l’opportunità di partecipare alle 250 iniziative, a oggi interessate da queste misure, che sono spesso lo strumento necessario per la loro internazionalizzazione”.

Gli interventi delle banche Un’altra iniziativa per sostenere le aziende arriva da Abi e dalle associazioni di impresa, che hanno sottoscritto un accordo in base al quale la possibilità di chiedere la sospensione o l’allungamento dei prestiti viene estesa al 31 gennaio 2020. Una mossa preceduta da iniziative analoghe, il cui obiettivo è quello di aiutare le realtà economiche che stanno attraversando questa fase di grande difficoltà, riferisce Il Sole24Ore. Ubi Banca, ad esempio, si è detta pronta a valutare l’applicazione di misure a sostegno delle aziende colpite dall’emergenza Covid-19, rendendo immediatamente operativo il sollecito dall’Associazione Bancaria Italiana rivolto al mondo del credito. Allo stesso modo il consiglio di amministrazione di Fondazione Cariplo ha approvato la costituzione di un fondo speciale da 2 milioni di euro per mitigare gli effetti indesiderati nei confronti degli enti no profit

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In Italia la moda raggiungerà 80 miliardi nel 2021

Posted by Valentina Beretta on
In Italia la moda raggiungerà 80 miliardi nel 2021

Nel 2018 la moda in Italia valeva 71,7 miliardi di euro, +22,5% sul 2014 e +3,4% sul 2017, ma le previsioni di crescita a chiusura del triennio 2019-2021 sono a 80 miliardi, e vedono determinanti visibilità e reputazione web. I 559 brand delle 173 aziende analizzate dall’Area studi Mediobanca vengono cercati online circa 300 milioni di volte al mese, con 57 brand che superano il milione ciascuno. Ma sarà la sostenibilità un parametro per attirare i consumatori di domani. I dati e le stime sul sistema moda da parte dell’Area studi Mediobanca riguardano 173 aziende italiane con fatturato 2018 di oltre 100 milioni, e i 46 principali gruppi europei con fatturato sopra 900 milioni.

Le 15 quotate italiane determinano il 29% del fatturato aggregato

I dati 2018 rivelano utili di 3,7 miliardi. Sono le 15 quotate con la maggioranza di una famiglia a determinare il 29% del fatturato aggregato e registrare l’ebit margin migliore (13,4%), oltre a essere le più propense all’export (86,1% fatturato dall’estero). Spicca l’abbigliamento (42,6% ricavi aggregati), seguito da pelletteria (23,1%) e occhialeria (15,6%).  Cresce poi anche l’occupazione, con 45.300 nuovi addetti nel 2018 (+1,7% sul 2017), per un totale di 366.000 unità.

Dall’analisi della varietà di genere nei board emerge poi una correlazione. Nelle aziende dinamiche, quelle con ebit margin e tasso di crescita del fatturato superiore alla media del panel analizzato, il 22% dei consiglieri è donna.

Tra i gruppi europei i 14 big italiani crescono meno ma hanno una capitalizzazione maggiore

I 46 grandi gruppi europei hanno fatturato invece 251,5 miliardi (+33,6% sul 2014 e +6,3% sul 2017) nel 2018. Prima tra gli italiani Prada (3,1 miliardi), al 14° posto. In generale, i 14 big italiani crescono a un ritmo annuo medio inferiore (+0,9% rispetto al +8,2%), però hanno una capitalizzazione maggiore.

Anche a livello europeo le quotate (27 su 46) hanno un impatto decisivo, determinando l’83,3% del fatturato aggregato. Sono anche più redditizie e crescono più velocemente (+39,7% contro il +6,4% nel 2014-2018).

Sostenibilità, gli imprenditori prevedono i costi ex ante della responsabilità sociale

La sostenibilità sarà uno dei parametri per attirare i consumatori di domani, e gli imprenditori prevedono ormai i costi ex ante della responsabilità sociale nel conto economico. Ma c’è ancora tanta strada da percorrere. “A oggi non ho un cliente disposto a pagare la sostenibilità” afferma Ercole Botto Paola, ceo Successori Reda e presidente Milano Unica.

Nel futuro inoltre i protagonisti vedono un rischio per i mestieri come i modellisti, senza cui gli stilisti perdono il loro valore. “Per questo stiamo collaborando con le scuole” spiega Marco Marchi, amministratore unico Eccellenze Italiane.

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Riconoscimento facciale, Google valuta i rischi e propone una regolamentazione globale

Posted by Valentina Beretta on
Riconoscimento facciale, Google valuta i rischi e propone una regolamentazione globale

Il riconoscimento facciale generico è una delle applicazioni ad alto rischio che i governi dovrebbero considerare come priorità. Questa la preoccupazione del Ceo di Google, Sundar Pichai, che durante una conferenza sull’intelligenza artificiale organizzata dal think-tank europeo Bruegea a Bruxelles, ha indicato il regolamento europeo sulla protezione dei dati, il Gdpr, come un modello a cui ispirarsi. Al momento Google non offre prodotti per il riconoscimento facciale. Questo perché, secondo Pichai, “comporta molti rischi, perciò da parte nostra – sottolinea il Ceo di Mountain View – c’è un periodo di attesa fino a quando non vedremo come viene utilizzato”.

L’intelligenza artificiale deve essere regolata da standard globali

Ma cos’è il riconoscimento facciale? Si tratta di un sistema creato per identificare una persona da un’immagine o un video. Sul mercato esistono numerose app per il riconoscimento facciale, come FindFace, Facebook Moment, Deep Face, FaceTec, FaceSearch e altre ancora.  Ovviamente, non dovrebbero essere utilizzate in un modo che violino il diritto alla privacy degli individui.

“Non ho dubbi sul fatto che l’intelligenza artificiale debba essere regolata” da standard globali, per questo “l’allineamento internazionale” anche tra Ue e Usa “sarà essenziale, abbiamo bisogno di un accordo sui valori fondamentali”, ha commentato Pichai. Sull’eventualità al vaglio della Ue di introdourre una moratoria di cinque anni per l’uso della tecnologia nei luoghi pubblici in Europa, al fine di valutarne l’impatto e i rischi, Pichai ha dichiarato: “È importante che i governi lavorino il prima possibile a normative” per affrontare lo sviluppo e l’uso di questa tecnologia.

Bilanciare i potenziali danni e le opportunità sociali della tecnologia

L’Ue non deve “partire da zero, le norme esistenti come il Gdpr possono costituire una base solida”, ha sottolineato il Ceo di Google, anche per regolamentare l’utilizzo di applicazioni e tecnologie legate all’intelligenza artificiale. Pichai quindi auspica lo sviluppo di “un quadro normativo ragionevole” con “un approccio proporzionato”, capace di “bilanciare i potenziali danni e le opportunità sociali” della tecnologia.

“Quando ci sarà una regolamentazione – ha aggiunto Pichai – ci saranno organi appositi che avranno il controllo dell’utilizzo dell’AI.

Agire insieme per rafforzare le alleanze transfrontaliere

Il Ceo di Mountain View a Bruxelles ha incontrato i vicepresidenti Ue Margrethe Vestager e Frans Timmermans, responsabili per il digitale, la concorrenza e la sostenibilità.

Affinché la regolamentazione dell’intelligenza artificiale “funzioni bene, dobbiamo agire insieme”, ha affermato Pichai, sollecitando una maggiore inclusione del settore privato nei progetti nazionali, e il rafforzamento delle alleanze transfrontaliere.