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Economia

Nel 2020 ecommerce e tecnologie digitali trainano l’export italiano

Posted by Valentina Beretta on
Nel 2020 ecommerce e tecnologie digitali trainano l’export italiano

L’export italiano ha potuto contenere i danni degli effetti della pandemia grazie all’e-commerce. A rivelarlo è l’Osservatorio Export Digitale della School of Management del Politecnico di Milano, presentata recentemente durante il convegno online “Export digitale, Covid ed emergenza: strategie per la ripartenza”. A causa dell’emergenza sanitaria, afferma il report, nel 2020 gli scambi tradizionali con l’estero sono crollati di circa il 10%, mentre nello stesso periodo l’export digitale italiano di beni di consumo ha raggiunto un valore di 13,5 miliardi di euro, con una crescita del +14% in linea con l’andamento pre-pandemia, e un’incidenza del 9% sull’export complessivo di beni di consumo (era il 7% nel 2019) e del 3% sulle esportazioni totali (2,5% nel 2019).

Fashion e Food i settori trainanti del B2c online

I settori più importanti per le vendite B2c online all’estero sono Fashion (7,1 miliardi, 53%), Food (1,9 miliardi, 14%) e Arredamento (1,1 miliardo, 8%). Elettronica, cosmetica, cartoleria, giochi, articoli sportivi e gli altri comparti valgono complessivamente il 25% dell’export digitale B2c, ma singolarmente hanno un peso marginale. Nonostante questi numeri in positivo, ci sono decisi margini di crescita in ambito ecommerce per le imprese italiane. Come riporta l’Osservatorio, “Il 56% delle imprese usa i canali digitali per vendere prodotti all’estero – soprattutto in Germania (34,7%), Francia (26,8%), Regno Unito (26%), USA (25,4%), Spagna (18%) e Cina (11,4%) – e il 62% di queste lo fa in più di un mercato, ma quasi il 75% esporta online prodotti per meno del 20% del proprio fatturato”. Ancora più interessante il passaggio che rivela che “Un’impresa su dieci non ha né un export manager né un eCommerce manager, quasi la metà ha in organico solo il primo, il 70% ha inserito solo il secondo, mentre fra le imprese che esportano online una su due presenta entrambe le figure. Positiva la diffusione delle tecnologie digitali: l’80% ne impiega più di una in diverse funzioni aziendali, soprattutto marketing, distribuzione, vendite e produzione”. Insomma, ci sono spazi per migliorare ancora.

L’Export digitale B2b

L’export digitale B2b raggiunge un valore di 127 miliardi di euro, con un calo del -5% rispetto al 2019, ma un aumento dell’incidenza sulle esportazioni complessive di prodotti, pari al 29%. Anche in ambito B2b l’export digitale ha giocato un ruolo fondamentale per la ripresa delle esportazioni, in particolare sono aumentate nel largo consumo e nel farmaceutico, bilanciate però da una riduzione nella gran parte degli altri settori merceologici. “A differenza del comparto B2c, il B2b ha subito una notevole frenata a causa del lockdown – afferma Maria Giuffrida, Ricercatrice dell’Osservatorio Export Digitale -. Si è assistito a un accorciamento delle filiere, con molti operatori che hanno iniziato ad aggirare gli intermediari delle varie catene di fornitura per servire direttamente il consumatore finale attraverso l’eCommerce, ove possibile e tipicamente nei mercati più vicini”. La filiera più digitalizzata è quella automobilistica, che rappresenta il 18,5% dell’export digitale B2b per un valore di 23,5 miliardi di euro (circa il 65% dell’export automotive), seguita da tessile e abbigliamento con 18,3 miliardi e dalla la meccanica con quasi 15 miliardi.

Economia

Le imprese cercano nuovi clienti tramite i canali digitali

Posted by Valentina Beretta on
Le imprese cercano nuovi clienti tramite i canali digitali

Le piccole e micro imprese italiane si avvicinano al mondo digitale per acquisire nuovi clienti online, o realizzando piattaforme per la vendita sul web, e il marketing risulta l’area aziendale più digitalizzata. Sono ancora poche però le imprese che investono nella digitalizzazione dei processi aziendali e nella creazione di una cultura aziendale dell’innovazione. Secondo l’indagine condotta da BitBoss, startup dell’Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino, se il 76,7% del campione intervistato dichiara di utilizzare il web per cercare nuovi clienti meno della metà afferma di avvalersi dell’utilizzo di software gestionali per digitalizzare e automatizzare i processi interni dell’azienda.

Marketing e pubblicità sono l’ambito tecnologico in cui si investe di più

Dall’indagine emerge inoltre che il 43,3% ammette che il marketing e la pubblicità rappresentano l’ambito tecnologico in cui hanno investito maggiormente negli ultimi 3 anni, mentre solo il 6,7% degli imprenditori dichiara di aver già digitalizzato tutti i propri processi aziendali, e il 30% ammette di non aver digitalizzato alcun processo.

“Probabilmente questo fenomeno trova la sua causa nella facilità con cui possono essere raggiunti e utilizzati gli strumenti di web marketing anche dalle realtà più piccole. Al contrario – afferma Davide Leoncino, responsabile marketing di BitBoss – digitalizzare la gestione interna della propria azienda richiede uno sforzo maggiore perché le tecnologie necessarie a compiere questo passo sono più difficilmente raggiungibili”.

Innovazione digitale fondamentale nelle scelte strategiche e di investimento

Gli imprenditori però sembrano essere consapevoli della necessità di innovare a ogni livello. L’85% del campione si dimostra convinto che investire in innovazione digitale possa, almeno in parte, fornire un vantaggio competitivo nei confronti della concorrenza. Il 31,7% degli intervistati ritiene che l’innovazione digitale abbia un ruolo fondamentale nelle scelte strategiche e di investimento della propria azienda, tuttavia solo il 23,3% dispone di figure specializzate come programmatori o sviluppatori al proprio interno e il 60% spende meno del 10% del proprio fatturato annuo in formazione del personale in ambito digitale. Inoltre solo il 10% del campione ha investito negli ultimi 3 anni in ricerca e assunzione di personale specializzato.

La digitalizzazione per affrontare la crisi

La stragrande maggioranza degli imprenditori intervistati è comunque convinta che la difficile situazione economica causata dal Covid-19 stia spingendo le imprese verso una maggiore cultura digitale. Il 75% del campione si dice convinto che questa situazione porterà le imprese verso un sempre maggiore avvicinamento al mondo digitale, e che sia fondamentale per le imprese sviluppare al proprio interno competenze digitali per riuscire a superare la crisi.

Emerge quindi un ecosistema consapevole della necessità di innovare. “Quello che manca invece, soprattutto nelle piccole realtà, è l’effettiva capacità di mettere in pratica il salto innovativo che auspicano – spiega ancora Leoncino -. Ciò che è difficile per le imprese è ottenere le competenze interne sufficienti a effettuare scelte consapevoli, anche solo per trovare un partner tecnico di cui possano fidarsi e che possa affiancarle nella crescita dal punto di vista tecnologico”.