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Estate 2021, la rivincita della campagna e degli agriturismi

Posted by Valentina Beretta on
Estate 2021, la rivincita della campagna e degli agriturismi

L’estate 2021 sarà ricordata per la ripresa dei viaggi e delle vacanze, ma soprattutto per il successo degli agriturismi. Anche se le limitazioni sono state allentate, i turisti – sia italiani sia stranieri – hanno comunque privilegiato formule di soggiorno che mettevano in primo piano la sicurezza e il distanziamento, senza per questo rinunciare alla bellezza e alla possibilità di vivere esperienze inedite. Da qui, il vero e proprio boom delle location rurali con gli ampi spazi, i ritmi, il contatto con la natura, le atmosfere familiari ed il buon cibo. “Tocca ora riuscire a cogliere questa opportunità contribuendo, con le nostre offerte uniche, alla promozione dei territori rurali, una ricchezza nazionale da valorizzare di più” ha detto Augusto Congionti, presidente di Agriturist, facendo un bilancio dell’estate e delineando le prospettive per il settore.

Stagione da record

In base ai dati registrati, è evidente che la stagione 2021 è stata decisamente migliore dello scorso anno e, spesso, addirittura meglio del 2019 e le presenze hanno tenuto anche per tutto settembre. A seguito della pandemia, sottolinea l’associazione che riunisce le aziende agrituristiche di Confagricoltura, sono cambiate diverse abitudini di viaggio, comprese quelle relative alle prenotazioni: si sono visti meno last minute, soggiorni più lunghi e maggiore attenzione alla sicurezza. A riscoprire la vacanza in campagna, oltre alle famiglie con bambini, anche moltissimi i gruppi di giovani, che hanno premiato soprattutto le strutture vicino al mare o quelle che offrono percorsi esperienziali, capaci, attraverso la scelta di attività inconsuete per chi vive in città, di renderli protagonisti della propria vacanza. Per quanto riguarda la composizione delle presenze nelle 24.000 strutture, il 70% è rappresentato dagli italiani – con punte del 90% ad agosto – , mentre il 30% è la componente straniera.

Tutto esaurito dal Nord al Sud dell’Italia

Il buon andamento della stagione ha riguardato tutto lo Stivale, anche se con alcune differenze. Ad esempio in Costiera Amalfitana, Sorrentina e in Veneto le città d’arte come Venezia, Verona, Vicenza e Padova hanno attirato molti stranieri, mentre Belluno ha fatto il pieno con soggiorni italiani. Positivo anche il bilancio della Toscana, molto buoni i risultati in Piemonte, che ha registrato numerose presenze di turisti stranieri “di prossimità”, e bene anche l’andamento della Liguria, che ha visto molti arrivi dall’Est Europa. Il Lazio segnala un andamento positivo, in particolare, vicino ai laghi con presenze estere prevalenti e in Maremma laziale, bene anche le strutture vicine alla Capitale che offrono attività e ristorazione. La regina dell’estate si conferma la Puglia, che ha messo a segno il pieno di prenotazioni già da maggio.

Economia

Italia, ad agosto i mutui più bassi del mondo

Posted by Valentina Beretta on
Italia, ad agosto i mutui più bassi del mondo

Chi sta progettando di comprare casa è ancora in tempo: mai come in questo momento i tassi per i mutui sono particolarmente vantaggiosi. E nel nostro paese, stando alle rilevazioni, ancora di più: ad agosto, ad esempio, i tassi dei mutui italiani si sono posizionati tra i più bassi del mondo. A dirlo sono Facile.it e Mutui.it che hanno analizzato gli indici registrati in 14 Stati scoprendo come, fra questi, l’Italia sia la nazione dove chiedere un mutuo costa meno.

Come è stata condotta l’analisi comparativa con i paesi europei…

L’analisi, effettuata sui valori registrati ad agosto, ha considerato un immobile dal valore di 180.000 euro, una richiesta di finanziamento di 120.000 euro ed un piano di restituzione pari a 20 anni. In Italia, nel periodo di riferimento, questo tipo di finanziamento era indicizzato con taeg tra 0,88% e 0,98% se fisso e fra 0,67% e 0,77% se variabile. Senza dubbio il migliore fra le 14 nazioni dell’indagine.
Guardando unicamente al tasso fisso e al taeg, in Europa si avvicina ai valori italiani solo la Germania, dove il mutuo viene indicizzato a partire dall’1,18%. Fanno peggio, invece, alcuni Stati europei che, tradizionalmente, avevano tassi di interesse più simili a quelli del nostro Paese: è il caso della Spagna, dove il finanziamento è indicizzato dall’1,64%, e del Portogallo (a partire dall’1,91%).
Sempre restando entro i confini del Vecchio Continente, dall’analisi è emerso come le indicizzazioni del tasso fisso, considerando ancora una volta il taeg, partano dal 2,30% in Norvegia e dal 2,40% nel Regno Unito. Sebbene per queste due nazioni sia stato possibile rilevare solo il tan e non il taeg, è evidente come anche in Albania e in Grecia i mutuatari si trovino a pagare tassi notevolmente maggiori e pari, rispettivamente, al 3,00% e al 3,20%. Anche rispetto al tasso variabile (considerando il taeg), in Europa, tra i Paesi analizzati, nessuno fa meglio dell’Italia e le offerte rilevate partono dall’1,53% della Spagna fino all’1,95% del Portogallo.

… e con il resto del mondo

L’indagine ha però varcato anche i confini dell’Europa e ha esplorato le condizioni applicate ai finanziamenti anche in altre parti del mondo, considerando come indice di riferimento di ciascuna nazione, il tan, e non il taeg. Guardando ai tassi fissi, gli indici partono dall’1,44% in Canada, dall’1,89% in Australia, dal 2,13% in Giappone e dal 2,25% negli Stati Uniti. Per quanto concerne i tassi variabili, invece, il Canada è l’unico Stato che, con un tan dello 0,98%, si avvicina a quello del nostro Paese; continuando l’analisi extra-europea i valori rilevati partono dall’1,41% in Giappone, dall’1,83% negli Stati Uniti, fino all’1,85% dell’Australia. Appaiono invece altissimi i tassi applicati da alcuni stati come la Russia e il Brasile: qui i tassi fissi partono, con una differenza enorme rispetto a quelli italiani, rispettivamente dal 4,95% e dal 6,70%.

Economia

Nei prossimi 6 mesi le micro imprese italiane prevedono assunzioni

Posted by Valentina Beretta on
Nei prossimi 6 mesi le micro imprese italiane prevedono assunzioni

Più della metà delle micro imprese italiane nei prossimi sei mesi dell’anno ha intenzione di assumere nuovo personale. Si tratta di un contributo alla crescita dell’occupazione nel nostro Paese, frenato però dalle difficoltà, e in molti casi dalla impossibilità, di reperire tutte le figure professionali necessarie. Lo rileva una indagine condotta dalla CNA, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, su un campione di oltre 2 mila aziende, rappresentative del tessuto imprenditoriale nazionale, composto per più del 90% da imprese con meno di dieci addetti. Più in dettaglio, il 55,1% delle imprese che hanno partecipato all’indagine vorrebbe realizzare assunzioni entro gennaio 2022. Di queste, il 52,7% ipotizza nel periodo in esame una assunzione, il 33,8% ne prevede due, e l’8,2% tre.

Non si tratta di un aumento transitorio della domanda

Assunzioni che non sono destinate a fare fronte a un aumento meramente transitorio della domanda. Quasi due nuovi lavoratori su tre, infatti, sarebbero reclutati mediante contratti ‘stabili’. In particolare, il 29,4% con contratto a tempo indeterminato, il 20,2% di apprendistato, e il 14,8% tramite tirocinio formativo. Il 27,7% delle imprese invece punta su contratti a tempo determinato, che rappresenta la formula giuridica ideale a soddisfare la flessibilità richiesta alle imprese più piccole. Marginale risulta invece il ricorso alle collaborazioni professionali (4,1%) e al lavoro occasionale (3,8%).

La difficoltà di reperire figure professionali spesso è insormontabile

La volontà delle imprese, e in particolare delle imprese artigiane, micro e piccole, di ampliare l’organico in funzione delle nuove necessità richieste dal mercato nel dopo pandemia, rischia però di essere frustrata dalla difficoltà, spesso insormontabile, di reperire le figure professionali. Solo il 12,9% delle imprese che stanno assumendo, o vorrebbero farlo, assicura di non avere avuto (e si dice convinto che non avrà) problemi a selezionare candidati dotati delle competenze richieste disposti ad accettare l’offerta. Al contrario, la grande maggioranza del campione denuncia difficoltà. Il 79,9% delle imprese, infatti, non riesce a trovare candidati idonei alle mansioni richieste. E il rimanente 7,2% si imbatte in candidati insoddisfatti delle offerte economiche avanzate dalle imprese, riporta Italpress.

Meglio usare il passaparola per cercare personale 

Sotto questo aspetto, dall’indagine CNA emerge un quadro “inquietante anche se non nuovo: il nostro Paese non ha un sistema in grado di coniugare domanda e offerta di lavoro – sottolinea l’associazione -. Tanto che il 41,1% delle imprese ammette di cercare il personale prevalentemente tramite il cosiddetto passaparola. Una quota quasi doppia rispetto a quella delle imprese che si rivolgono alle agenzie interinali e di ricerca o selezione del personale, che si ferma al 21,5%. Il 16,6% del campione – continua la CNA – si indirizza a scuole o a istituti di formazione, l’11% si affida ai mezzi di comunicazione specializzati e appena il 3,8% ricorre ai centri per l’impiego. A riprova del fatto che il canale pubblico riesce solo per una esigua parte a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro”.