I consumatori consapevoli si adattano a inflazione e interruzione forniture

I consumatori consapevoli si adattano a inflazione e interruzione forniture

Gli ultimi due anni hanno messo alla prova la resilienza dei consumatori, che però continuano ad adattarsi alle interruzioni della catena di fornitura e all’inflazione crescente. Secondo la Global Consumer Insights Survey di PwC, le incertezze globali e le problematiche della catena di approvvigionamento stanno spingendo molti consumatori a rivolgersi maggiormente ai mercati del proprio circondario, e otto intervistati su dieci esprimono la volontà di pagare un prezzo più alto per prodotti di provenienza locale o nazionale. Inoltre, il 37% valuta la possibilità di rivolgersi a un rivenditore diverso o passare all’acquisto online, mentre il 29% di chi acquista online vuole dare una chance all’acquisto in negozio, e il 40% userebbe siti comparativi per verificare la disponibilità dei prodotti.

Aumenta la spesa per gli alimentari

Quanto alla crescita dell’inflazione, per i prossimi sei mesi oltre il 75% dei consumatori prevede di mantenere o aumentare gli attuali livelli di spesa, in particolare, nei generi alimentari (47%), ma più di un quarto prevede di ridurre le spese in categorie quali, ad esempio, beni di lusso/premium (37%), ristoranti (34%), arte, cultura e sport (30%) e moda (25%). Nel complesso, l’aumento dei prezzi dei generi alimentari è stato il problema più diffuso, citato da chi acquista in negozio (65%) e online (56%), circostanza che il 57% degli intervistati afferma di aver vissuto quasi sempre o di frequente.

Nuove abitudini prendono piede

Anche gli intoppi della catena di approvvigionamento influiscono sull’esperienza di acquisto, in particolare, l’impossibilità di acquistare un prodotto a causa dell’esaurimento scorte (online 43%, in negozio 37%). I consumatori citano anche tempi di consegna più lunghi per gli acquisti online (42%) e code più lunghe o negozi affollati (36%). In ogni caso, i consumatori hanno cambiato stile di vita e abitudini di acquisto, e a causa della pandemia il 63% ha già aumentato gli acquisti online, mentre il 42% ha diminuito gli acquisti nei negozi fisici. In prospettiva, il 50% prevede di acquistare di più online, dato più alto tra Millennial (58%), giovani Millennial (57%) e Generazione Z (57%), e più basso tra Baby Boomer (32%) e Generazione X (42%).

I fattori ESG e la sicurezza dei dati

Per circa metà degli intervistati, l’approccio delle aziende ai fattori ESG influenza spesso o sempre la fiducia in quest’ultima e nel suo marchio. Per considerare l’acquisto, l’importanza dei fattori di governance (41%) e sociali (40%) supera quella dell’impegno ambientale dell’impresa (30%). I fattori ESG pesano di più per la Generazione Z e i giovani Millennial, meno per la Generazione X e i Baby Boomer, mentre i fattori più significativi identificati per promuovere la fiducia del marchio riguardano la sicurezza dei dati e l’esperienza del cliente. La protezione dei dati personali è al primo posto (58%) per l’influenza sulla fiducia nel marchio. Ma ricevono un punteggio alto anche ‘soddisfa sempre le mie aspettative’ (53%) e ‘garantisce un servizio clienti eccezionale’ (52%).

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