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Lavoro: le previsioni per il 2023

Posted by Valentina Beretta on
Lavoro: le previsioni per il 2023

Quali sono le previsioni per il mondo del lavoro nel 2023? Secondo Jabra, nonostante il clamore sul metaverso e i cambiamenti nel modo di lavorare, la tecnologia per spostare il posto di lavoro in un ambiente virtuale immersivo è ancora lontana. Nel 2023 l’ambiente professionale sarà ancora molto simile a quello del 2022, con le aziende che perfezioneranno l’approccio al lavoro ibrido. Inoltre, se nel 2023 la fidelizzazione dei dipendenti si stabilizzerà, e se il periodo delle grandi dimissioni è stato superato, a causa dei tempi economici incerti la tendenza ad abbandonare il posto di lavoro è destinata a stabilizzarsi, ma non a scomparire.

Per i dipendenti più benefici digitali 

Per invertire questa tendenza i leader devono mostrare maggiore riconoscimento per le sfide finanziarie che stanno affrontando i dipendenti e il ruolo mutevole che sta assumendo il lavoro nella vita delle persone. Nel 2023, quindi, i lavoratori assisteranno all’aumento dei benefici digitali per la loro attività. Uno studio di Microsoft rileva che il 76% dei dipendenti resterebbe più a lungo in un’azienda se potesse beneficiare di un maggiore supporto all’apprendimento e lo sviluppo. Nel 2023 le aziende integreranno quindi più diffusamente benefici digitali quali corsi online, abbonamenti ad app per la salute mentale e tecnologie di collaborazione professionale.
Inoltre, secondo il Jabra Hybrid Ways of Working 2022 Global Report, dall’inizio della pandemia circa la metà delle imprese a livello globale ha riconfigurato i propri uffici.

Uffici ridimensionati per relazioni più autentiche

Nel 2023 si assisterà al passaggio da spazi di lavoro ‘basati sui compiti’ a quelli ‘basati sull’interazione’. Ciò significa ridurre l’ingombro degli immobili a favore di uffici più concentrati e costruiti ad hoc, con una tecnologia che consenta alle persone di sperimentare interazioni autentiche con i colleghi, anche quelli che non sono presenti in ufficio. I leader però dovranno affrontare l’impatto sui dipendenti dell’incertezza macroeconomica. L’incombere della recessione e il rallentamento della domanda preoccupa le aziende, ma queste devono anche considerare il peso dell’incertezza macroeconomica sulla salute mentale dei dipendenti. Se le aziende vogliono superare la tempesta, devono adottare misure proattive per sostenere i dipendenti in questo periodo incerto.

I call center da remoto

La pandemia ha portato a rapidi cambiamenti nelle modalità di lavoro, ma per molte imprese la presenza di call center ibridi o flessibili sta diventando una caratteristica permanente, riferisce Askanews. Amazon, ad esempio, sta riconfigurando i suoi call center da remoto al 100%. Allo stesso tempo, i call center non sono stati immuni dall’impatto delle grandi dimissioni, che combinato a una potenziale recessione hanno creato una tempesta perfetta per i leader. Nel 2023 si si può quindi aspettare che le aziende si concentrino maggiormente sulla fidelizzazione, la formazione e il benessere, e che implementino nuove tecnologie per reinventare il ruolo del supervisore in un ambiente remoto o ibrido.

Varie

Gli italiani non gradiscono i doni di Natale (tranne il cibo)

Posted by Valentina Beretta on
Gli italiani non gradiscono i doni di Natale (tranne il cibo)

Quasi un italiano su tre è insoddisfatto di quanto riceve per Natale, e i 35-44enni non contenti dei doni natalizi sono oltre il 40%. E se il regalo non soddisfa, via libera al ‘riciclo’. 
In molti vi fanno ricorso, ma l’abitudine dilaga tra i giovani della GenZ, di cui il 41% ricicla il dono non gradito. Profumi, guanti, sciarpe, bigiotteria e il tipico maglione di Natale tra i regali più a ‘rischio’, mentre è il buon cibo a mettere tutti d’accordo, in modo trasversale, dai più giovani agli over 65. Insomma, il regalo perfetto per andare sul sicuro, e non sbagliare, è proprio il cibo.
Sono alcuni risultati di una ricerca condotta da SWG per Deliveroo sulle preferenze degli italiani alle prese con i regali di Natale.

Profumi, sciarpe, guanti, candele e foulard i regali più a “rischio riciclo”

Secondo quanto emerge dalla ricerca, circa un italiano su tre (30%) si dice insoddisfatto di quanto solitamente riceve in dono. Una percentuale che sale al 43% tra i Millennials, la fascia d’età tra i 35 e i 44 anni. Quando il regalo non piace, la soluzione è riciclarlo. Secondo la ricerca ricicla i doni il 24% degli italiani, con punte del 41% tra i più giovani della Generazione Z, la fascia d’età compresa tra i 18 e i 24 anni. Tra i regali a maggior ‘rischio riciclo’, i profumi (15%), gli accessori invernali, come sciarpe e guanti (13%), le candele e i profumatori per l’ambiente (11%), gli accessori femminili, come foulard o bigiotteria (9%), e ancora, cravatte e portafogli da uomo (8%), e in fondo alla classifica il classico maglione di Natale (4%).

Molto meglio qualcosa di buono da mangiare

Per non sbagliare, ed evitare così il rischio di vedere bollato il proprio pensiero come perfetto da riciclare, gli italiani hanno una soluzione: il buon cibo.
Più di nove su dieci (91%) concordano nell’affermare che ricevere “qualcosa di buono da mangiare o fare un’esperienza gastronomica” sia il regalo giusto per andare sul sicuro.
Una scelta, quindi, che mette d’accordo tutti e unisce intere generazioni. Si orientano verso il buon cibo l’85% dei giovanissimi, tra i 18 e i 24 anni, fino agli over 65, dove la percentuale arriva fino al 94%.

Un cesto di prodotti gastronomici è sempre il numero 1

Le opzioni preferite? Il cesto di prodotti gastronomici guida la classifica con il 44% delle preferenze, seguito da una bottiglia di buon vino (33%), e sul terzo gradino del podio, i tradizionali panettoni, pandori e altri dolci tipici natalizi (28%). Seguono una gift card esperienziale (23%), e una selezione di alimenti gourmet (21%).
In ogni caso, per il 93% degli intervistati il regalo perfetto deve essere innanzitutto fatto con il cuore. Meglio ancora, se condivisibile (71%) e divertente (70%).

Economia

Crisi: servono riforme e investimenti esteri

Posted by Valentina Beretta on
Crisi: servono riforme e investimenti esteri

I giudizi della comunità internazionale convergono sulla prospettiva di un rafforzamento del ruolo che l’Italia può svolgere nella cornice dell’Unione europea, privilegiando iniziative concertate con gli altri Paesi Ue. A quanto emerge dal rapporto Aibe-Censis 2022, realizzato per cogliere le opinioni degli investitori esteri sull’Italia a seguito della forte instabilità economica e dell’incertezza geopolitica, il 71,2% di un panel qualificato si dichiara molto d’accordo con la visione della comunità internazionale, e il 18,6% è abbastanza d’accordo. Dopo un 2021 che aveva in parte fugato le paure della pandemia, la guerra russo-ucraina scatenatasi all’inizio di quest’anno, e i dati relativi all’andamento dell’inflazione, di fatto hanno congelato le aspettative positive maturate un anno fa, e certificate dal precedente rapporto Aibe-Censis pubblicato nel mese di novembre dell’anno scorso.

Il posizionamento dell’Italia nel quadro delle nuove condizioni geopolitiche

Il giudizio sulla prospettiva di agire liberamente nel contesto internazionale risulta più sfumato: il 49,2% dei rispondenti si dichiara molto d’accordo, e il 37,2% è abbastanza d’accordo con la possibilità di sviluppare iniziative italiane a favore di una più ampia partecipazione agli scambi mondiali, soprattutto nell’ambito dei prodotti manifatturieri. L’ipotesi di una maggiore integrazione dell’Italia con i Paesi del Mediterraneo trova invece molto d’accordo il 30,5% degli intervistati, ai quali si aggiunge il 37,3% che si dichiara abbastanza d’accordo

Le strategie per attenuare l’impatto

Ai rappresentanti della comunità internazionale è stato chiesto di individuare quale sarebbe la strategia più urgente e appropriata per governare la fase di crisi. Per il 71,2% degli intervistati la priorità numero uno consiste nelle iniziative volte alla riforma della Pubblica Amministrazione, della giustizia, del fisco e della concorrenza. A seguire (64,4%), la necessità di ridurre i procedimenti amministrativi e i vincoli burocratici per la realizzazione di investimenti, compresi quelli indirizzati alla transizione energetica. L’impegno nell’attuazione del Next Generation Eu, anche coinvolgendo risorse private in progetti di sviluppo, è sottolineato dal 50,8%. Il panel si mostra più tiepido sulla utilità di trasferimenti di risorse pubbliche a imprese e famiglie (42,0%), e sull’ipotesi di contenimento del debito pubblico attraverso il controllo del costo delle pensioni e la razionalizzazione delle spese (40,7%).

La leva degli investimenti esteri

La maggioranza degli intervistati (66,1%) si dichiara molto d’accordo su iniziative finalizzate all’incremento dei flussi degli investimenti esteri che contemplino la semplificazione normativa e il riordino degli strumenti di incentivazione degli insediamenti produttivi. Questo, per facilitare l’ingresso di capitali stranieri nelle Pmi che competono sui mercati internazionali e sono orientate all’innovazione tecnologica.
Viene giudicato rilevante anche un possibile intervento che promuova sul piano internazionale la piazza finanziaria di Milano (52,5%), mentre si registra una minore convinzione per quanto riguarda la liberalizzazione di alcuni settori, come il gas, il trasporto pubblico, le ferrovie, i pubblici esercizi e le professioni (25,4%). Tra le diverse priorità, la privatizzazione delle imprese che negli ultimi anni sono cadute sotto il controllo diretto o indiretto dello Stato è quella che ottiene il consenso più basso (15,3%).

Economia

Imprese digitali, a Milano Monza e Brianza e Lodi sono sempre di più

Posted by Valentina Beretta on
Imprese digitali, a Milano Monza e Brianza e Lodi sono sempre di più

E’ l’economia digitale a fare da traino alla crescita di tre aree della Lombardia, Milano, Monza Brianza e Lodi. Come rivela un’elaborazione dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Registro Imprese, condotta in occasione della Digital Week 2022, quest’area geografica ha visto numeri in salita nel orso dell’anno:+3,8% per imprese attive, +16,1% per addetti. Numeri che collocano il mondo del digitale e le imprese ad esse collegate ai primi posti per dinamicità. Complessivamente, in base alle rilevazioni riferite a settembre 2022, sono sulla piazza 18.363 imprese “digitali”, attive nei settori di e-commerce, produzione di software e consulenza informatica, telecomunicazioni e altri servizi legati al web. In particolare nell’area metropolitana crescono in un anno del +3,8%, con un trend positivo che nel periodo 2019/2022 vede un aumento complessivo del +16,8%. 

Prosegue il percorso delle imprese verso la digitalizzazione

Prosegue senza interruzioni il percorso delle imprese verso la digitalizzazione, che vede innovazione e tecnologia driver di competitività, all’interno di uno scenario in cui economia tradizionale e economia digitale non viaggiano più parallele ma convergenti. Numeri che spiccano maggiormente, infatti, se si considera il contesto complessivo del sistema delle imprese attive, che fa registrare in un anno -0,3% e +1,4% dal 2019 ad oggi. E il valore dell’economia digitale si misura anche dalla sua capacità di generare occupazione, che nelle attività legate al digitale cresce di +16,1% (220.831 addetti al terzo trimestre del 2022), a fronte di una variazione generale che si attesta a +6,5%. Infine, dai dati di bilancio disponibili relativi al 2020, emerge che nell’area Milano Monza Brianza Lodi l’economia digitale genera 46,8 miliardi di euro di ricavi.

Il ruolo strategico del Punto Impresa Digitale

Attraverso il PID Punto Impresa Digitale della Camera di commercio, le imprese possono ricevere informazione, formazione, assistenza dedicata di primo livello, accompagnamento guidato di secondo livello e supporto nell’individuazione di partner scientifici e tecnologici. Dal 2018 il PID della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi ha coinvolto più di 15.000 partecipanti in attività di informazione, sensibilizzazione e formazione e servito più di 4.000 imprese, supportandole anche tramite l’erogazione di voucher per sostenere i progetti di investimento in trasformazione digitale, sviluppo e adozione di soluzioni tecnologie 4.0, destinando per questa attività oltre 20 milioni di euro.
“Come Camera di commercio sosteniamo le imprese in modo concreto e diretto nei percorsi di digitalizzazione e innovazione tecnologica” – ha dichiarato Elena Vasco, Segretario generale della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi – attraverso il progetto PID Punto Impresa Digitale, un hub dedicato di servizi, iniziative, misure, che ha l’obiettivo di intercettare e stimolare la volontà di crescita e trasformazione delle nostre aziende”.

Acquisti

Gli incidenti che avvengono maggiormente in cantiere

Posted by Valentina Beretta on

Secondo quanto è possibile leggere direttamente sul sito dell’INAIL, le cadute dall’alto rappresentano la tipologia di incidente che più spesso si presenta in cantiere.

Ricordiamo che per lavoro ad alta quota, così come previsto dal Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (D.Lgs 81/08), si intendono tutti quei lavori che vengono effettuati ad una altezza superiore ai due metri.

Dai due metri in su dunque, si parla di alta quota e di tutti i pericoli cui sono esposti i lavoratori nel momento in cui salgono sul tetto di un edificio o comunque lavorano ad una altezza superiore ai due metri.

Certo, quello della caduta dall’alto non è l’unico fattore a causare degli incidenti, sebbene sia il più importante. Le cadute dall’alto rappresentano infatti il 54% degli infortuni, seguite dagli oggetti che cadono dall’alto che ne causano il 12%, seguiti dalla perdita del controllo durante la conduzione di mezzi che ne causa il 7%.

Dunque la sola caduta dall’alto raggruppa oltre la metà degli infortuni che si verificano in cantiere, ed è per questo che la normativa di settore ha delineato sempre più quelle che sono le misure per la sicurezza da seguire al fine di diminuire progressivamente il numero di incidenti.

I dispositivi di protezione individuale

A tal proposito il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro prevede che i lavoratori debbano obbligatoriamente utilizzare determinati tipi di protezione che sono utili ad evitare che possa verificarsi la caduta dall’alto, anche in caso di perdita di equilibrio.

Certamente, le imbracature rappresentano il più famoso dei dispositivi di protezione individuale: parliamo dunque di robuste funi che vengono assicurate attorno al corpo del lavoratore, dunque un sistema di arresto caduta molto valido e che entra automaticamente in funzione in caso di necessità.

Chiaramente le imbracature vanno assicurate ad un punto fermo che possa arrestare in sicurezza qualsiasi eventuale caduta. Tale opportunità di ancoraggio è offerta dalle linee vita tetto, le quali possono essere installate sia in via definitiva che temporanea e consentono anche a più lavoratori di potersi ancorare.

Ci sono poi i caschi con allaccio sottogola, che sono utilissimi nel caso in cui un oggetto possa cadere dall’alto e proteggere così la testa del lavoratore da un eventuale colpo. Ci sono poi i guanti ignifughi, le scarpe antinfortunistica, i dispositivi per la protezione degli occhi e delle orecchie.

I dispositivi di protezione collettiva

Vi sono poi i dispositivi di protezione collettiva, il cui scopo è quello di proteggere più lavoratori contemporaneamente.

Rientrano in questa categoria i vari connettori di sicurezza, funi con assorbitori ed in genere tutto quello che serve per creare un collegamento affidabile tra i lavoratori ed il punto di ancoraggio.

Esistono poi anche delle apposite reti di sicurezza, le quali vengono ancorate su apposite intelaiature di metallo, ed i parapetti provvisori.

Possiamo citare infine opere provvisionali come ad esempio i ponteggi, grazie ai quali è possibile prevenire i rischi di caduta.

Conclusione

Dunque ad oggi le cadute dall’alto continuano ad incidere in maniera notevole sulle statistiche che riguardano gli incidenti che avvengono in cantiere.

Diventa a tal proposito prezioso adoperare i dispositivi di protezione individuale e collettiva oggi disponibili sul mercato, e grazie ai quali è possibile bloccare sul nascere qualsiasi tipo di caduta, impedendo così che qualcuno possa farsi del male.

Bisogna dire infatti, che dal momento in cui è entrato in vigore il D.Lgs 81/08 il numero di incidenti sul lavoro, con riferimento sia a quelli con vittime che quelli senza, è diminuito in maniera drastica, il che è un trend certamente positivo che spinge gli addetti del settore a continuare in questa direzione.

Economia

Caro energia: come affrontare i prossimi mesi?

Posted by Valentina Beretta on
Caro energia: come affrontare i prossimi mesi?

Nonostante le alte temperature del mese di ottobre i prezzi unitari del gas rimangono alle stelle. Per contenere le bollette dei prossimi mesi il risparmio energetico e l’efficienza saranno quindi atteggiamenti decisivi. Secondo Altroconsumo, considerando i consumi di una famiglia di 3 o 4 persone (2.700 kWh per energia elettrica e 1.400 mc per gas, con riscaldamento autonomo), per i prossimi 12 mesi la stima di spesa annua per energia elettrica sarà pari a 1.726 euro, e per il gas 2.794 euro, per un totale di circa 3.766 euro. Al fine di rilevare come gli italiani abbiano tentato di arginare i costi nelle proprie abitazioni, Altroconsumo ha condotto un’indagine che ha coinvolto 918 intervistati. E solo metà considera la propria casa attrezzata ad affrontare il caro energia.

Dalle lampadine a basso consumo alle prese multiple con interruttore

Negli ultimi due anni, quasi il 50% degli intervistati ha condotto interventi nelle proprie abitazioni per migliorarne l’efficienza energetica. Tra i sistemi per il risparmio più diffusi nelle case degli italiani, al primo posto rientrano le lampadine a basso consumo (73%), seguite da finestre ad alto isolamento (67%), elettrodomestici ad alta efficienza energetica (66%), e prese multiple con interruttore (61%). Circa la metà ha una caldaia a gas a condensazione o pompa di calore. E solo un quarto afferma di avere isolato il tetto termicamente, o ha fatto isolare le pareti con il cappotto termico. Le soluzioni meno diffuse sono l’isolamento termico del pavimento, piano cottura a induzione, pannelli solari, caldaie o stufe a biomassa

Risparmio energetico: la casa fa la differenza

Gli interventi strutturali vengono realizzati più frequentemente nelle case indipendenti rispetto agli appartamenti in condominio, inoltre, le case del Nord Italia hanno maggiori dotazioni per il risparmio energetico rispetto a quelle delle regioni centrali, e soprattutto, a quelle del meridione e delle isole. Dai risultati emerge poi che solo il 53% del campione ritiene di avere una casa con caratteristiche che possano fare la differenza sul risparmio energetico. Viceversa, circa la metà non è soddisfatto, e il 18% dà una valutazione negativa. Ipotizzando un potenziale risparmio in bolletta il 61% degli intervistati ritiene molto conveniente investire per migliorare almeno un aspetto legato al risparmio energetico. Solo il 6% pensa che non valga la pena intervenire, e il 31% si dichiara poco o per nulla informato sulle attrezzature disponibili per risparmiare sul caro bollette.

Le strategie meno energivore 

Chi non ha la possibilità economica per attuare interventi, può comunque adottare accorgimenti significativi a livello domestico, riporta Adnkronos. Ad esempio, durante l’inverno, la strategia più efficace è intervenire sul riscaldamento: abbassarlo anche solo di un grado riduce la spesa di circa l’8%. L’utilizzo poco efficiente degli elettrodomestici, poi, considerando il prezzo medio attuale dell’energia (0,64 euro a kWh), ha un impatto non indifferente sui costi della bolletta. Per questo motivo bisognerebbe utilizzare solo gli elettrodomestici indispensabili e per il tempo strettamente necessario, prediligendo la scelta dei modelli meno energivori.

Varie

I social e la comunicazione aziendale

Posted by Valentina Beretta on
I social e la comunicazione aziendale

A oggi, i principali social per il B2B sono Meta (Facebook e Instagram), TikTok, Pinterest, Twitter e LinkedIn. Secondo una ricerca di Dataportal, ripresa da Cerved, la media mondiale di permanenza quotidiana sui social network per singolo utente è di 2, 27 ore: è perciò intuibile quanto sia importante per un’azienda il giusto presidio di questi luoghi digitali. Data la loro natura e la potenzialità divulgativa, i social sono diventati un luogo di informazione. La comunicazione e la propagazione delle notizie è diventata istantanea, ma se da un lato questa connessione perenne sul mondo comporta grandi benefici, la libertà di accesso e gestione dell’informazione genera anche grossi rischi. Un esempio è il fenomeno delle fake news. Per questo è essenziale controllare le fonti e affidarsi solo a quelle attendibili.

La comunicazione commerciale

Essere presenti sui principali canali di comunicazione social non è più solo consigliato, è divenuto un imperativo. Non esserci, vuol dire non esistere, o quasi. Allo stesso modo, è categorico avere una strategia ben precisa, perché avere canali Corporate non basta. Gli utenti infatti sono sempre più smaliziati, e utilizzano questi mezzi per ottenere informazioni sensibili anche ai fini dell’acquisto. Da qui nasce la necessità di coinvolgere nella comunicazione ai propri prospect, partner autorevoli. Essere citati dagli attori che hanno community verticali, e sono riconosciuti come affidabili, è il punto di partenza per far parlare di sé nel modo corretto.

Viral storytelling

La viralità di un contenuto spesso è un processo incontrollabile che dipende da numerosi fattori. Però, con i giusti accorgimenti, è possibile produrre contenuti che hanno buone probabilità di generare passaparola.
La prima domanda da porsi per raggiungere quest’obiettivo è: chi posta questo contenuto? Se a farlo è una pagina o un personaggio noto, con una community ampia e attiva, il nostro contenuto avrà molte più chance di diventare virale. Far parlare di sé in modo naturale, sfruttando informazioni dal taglio informativo ed editoriale legate all’azienda, è uno strumento eccellente per acquisire visibilità, autorevolezza e passaparola online.
La seconda considerazione da fare è relativa al contenuto in sé: è interessante? Cattura l’attenzione di un utente? Ha probabilità di essere condiviso? Se le risposte sono affermative, siamo sulla strada corretta.

Il target

Il terzo elemento da non sottovalutare è il pubblico. Un target generalista, per quanto ampio, sarà potenzialmente meno reattivo di un piccolo pubblico mirato. I social network conservano un numero di informazioni molto ampio su ciascun utente: luogo di nascita, luogo di residenza, sesso, età, interessi, posizione lavorativa e tanto altro. Sarebbe da ingenui pensare che chi utilizza questi strumenti a scopi professionali non utilizzi questi dati per indirizzare meglio le proprie comunicazioni. Alla luce di quanto detto, va da sé che avvalersi dell’ausilio di partner specializzati aiuti nell’individuazione della strada corretta da intraprendere.

Economia

L’Export agroalimentare italiano cresce a due cifre in Europa e nei Paesi terzi

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L’Export agroalimentare italiano cresce a due cifre in Europa e nei Paesi terzi

Lo ha rilevato l’ultimo rapporto Ismea, dal titolo La Bilancia dell’agroalimentare italiano: nel primo semestre del 2022 l’export agroalimentare italiano è cresciuto a due cifre, sia in ambito Ue (+21%) sia presso i Paesi terzi (+16%). In questo caso, è stato favorito anche da un euro debole sul dollaro, attestandosi quindi a 34,5 miliardi di euro. Il rapporto Ismea ha inoltre segnalato come nei tre principali mercati di sbocco, Germania, Stati Uniti e Francia, la progressione sia rispettivamente del +11%, del +21% e del +18%. E anche nel Regno Unito, quarta destinazione per importanza, le vendite sono aumentate del 19%, a dispetto dei segnali rallentamento dei due anni precedenti, che avevano alimentato diffusi timori per le conseguenze della Brexit.

Le importazioni crescono ancora di più: +29,2%

Il rapporto ha segnalato anche il forte incremento delle esportazioni verso paesi come l’Ungheria, la Polonia e la Repubblica Ceca, mentre risultano in controtendenza solo i flussi verso la Cina e il Giappone. In ogni caso, dopo il surplus registrato nel biennio 2020-2021, il rapporto Ismea ha evidenziato anche il forte incremento del valore delle importazioni agroalimentari (+29,2%, pari a 34,9 miliardi di euro), che ha riportato il saldo della bilancia commerciale in negativo. Sotto la spinta dei rincari delle materie prime agricole, si registra infatti un deficit di 381 milioni di euro. 

I dati in valore delle esportazioni risentono della forte spinta inflattiva

Va ricordato, si legge sul Sole 24 Ore, che l’industria alimentare italiana è un’industria prevalentemente trasformatrice, che acquista cioè materie prime agricole e le trasforma in prodotti alimentari ad alto valore aggiunto. L’andamento più che positivo delle importazioni secondo Ismea è quindi una spia della buona tenuta dell’attività di trasformazione, nonostante la forte pressione sui costi delle industrie alimentari italiane. Inoltre, ha sottolineato ancora Ismea, i dati in valore dell’export agroalimentare, che nei primi sette mesi del 2022 hanno messo a segno un +18%, risentono della forte spinta inflattiva.

Oltrefrontiera non rinunciano al Made in Italy a tavola

In crescita anche i flussi in volume delle referenze più rappresentative, riporta Adnkronos. Pasta, prodotti della panetteria e biscotteria, vini spumanti, formaggi freschi e stagionati, prosciutti, pelati e polpe di pomodoro, confermano che oltrefrontiera la presenza del Made in Italy a tavola è un fatto ormai irrinunciabile.
L’unica eccezione è costituita dal comparto della frutta fresca e trasformata, che evidenzia una riduzione dell’export, anche in valore, dello 0,5%, a causa delle flessioni registrate da prodotti come mele, kiwi e nocciole sgusciate.

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La cucina, palcoscenico del cambiamento: lo dicono i Wonderful Changers

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La cucina, palcoscenico del cambiamento: lo dicono i Wonderful Changers

Appassionati, dinamici, intenzionati a conciliare al meglio la via privata e quella lavorativa, mixando con creatività tutti gli ambiti. E, soprattutto, senza rinunce. E’ l’identikit dei Wonderful Changers, un nuovo profilo sociale apparso anche in Italia che ha letteralmente spazzato il ricordo delle casalinghe (e casalinghi) anni Cinquanta. Si tratta di persone che amano sperimentare (51%) e adattarsi ai cambiamenti (53%): sempre più multitasking (62%), flessibili (58%) e determinati (56%), sono donne – e anche uomini – in grado di conciliare famiglia, lavoro e interessi personali (27%). E’ lo spaccato che emerge dallo studio condotto dall’Osservatorio Vorwerk per l’Italia, effettuato con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su circa 1.200 italiani di età compresa tra i 20 e i 50 anni.

Senza rinunce

Favorevoli all’aiuto della tecnologia (66%) e vogliosi di ritrovarsi a tavola con gusto e armonia, sempre più italiani e italiane adottano come stile di vita il Wonderful Changing, spinti dall’esigenza di dare un tocco di originalità alla propria vita a partire dalla cucina (65%), luogo ideale per uscire dalla routine quotidiana in modo semplice e veloce. “Dalla ricerca dell’Osservatorio Vorwerk per l’Italia emerge una nuova generazione che punta a bilanciare l’equilibrio vita-lavoro senza voler rinunciare a nulla”, commenta Novella Sardos Albertini, Direttore marketing di Vorwerk Italia. “Una generazione che ama il cambiamento e che – soprattutto in cucina e grazie all’aiuto della tecnologia – riesce ad ottimizzare i tempi per potersi dedicare alla famiglia o alle proprie passioni”. 
Cosa significa stare bene, dunque? Rispondono sempre gli intervistati: per il 68% vuol dire riuscire a trovare il giusto equilibrio tra casa e lavoro, riuscendo a dedicare così il tempo ideale per coltivare le proprie passioni, una caratteristica tipica dei Wonderful Changers: percentuale che sale (72%) se prendiamo in considerazione solo le donne. Da notare come risulta piacevole, soprattutto alle donne (56%), anche ricevere un complimento a tavola: l’esperienza di preparazione dei piatti si traduce in una fonte di benessere.

Cosa rappresenta la cucina

Cosa rappresenta la cucina per i Wonderful Changers? È soprattutto il luogo dove si ha l’assoluta libertà creativa (65%), lo spazio ideale per sperimentare (49%), dove riscoprire sapori sani e cibi sostenibili (61%) e dove creare quell’effetto sorpresa (57%) attraverso piatti capaci di conquistare amici e famiglia. Infatti, la più grande soddisfazione in cucina per i Wonderful Changers consiste proprio nello stupire i commensali a tavola (68%), oltre a riuscire a preparare pietanze elaborate in poco tempo (61%). Proprio il giusto tempo necessario per la preparazione dei piatti rappresenta una delle principali esigenze in cucina (64%), seguita dalla disponibilità di strumenti adeguati (57%) e di ingredienti sani (53%).

Varie

Cybersecurity: anche Sua Maestà può nascondere una truffa

Posted by Valentina Beretta on
Cybersecurity: anche Sua Maestà può nascondere una truffa

Sua Maestà la Regina Elisabetta II è morta, e molti vogliono onorare la sua memoria. Sono stati creati anche numerosi progetti che offrono alle persone la possibilità di investire il proprio denaro in token o acquistare cimeli legati alla monarca, ma i ricercatori di Kaspersky invitano alla prudenza. Rendere omaggio alla Regina può esporre a truffe online, e anche in questo caso consigliano di proteggere i propri dati durante gli acquisti sui siti web. Gli esperti di Kaspersky hanno scoperto infatti diversi progetti di investimento che offrono crypto token e NFT con il nome della Regina Elisabetta II, ‘rendendo omaggio a Sua Maestà’.

Attenzione alle iniziative di investimento in criptovalute

Gli eventi di rilevanza mondiale sono spesso utilizzati come richiamo per molte iniziative di investimento in criptovalute, e la scomparsa della Regina non costituisce un’eccezione. Questi siti sono piuttosto recenti e potrebbero non essere sicuri, quindi i dati dei portafogli di criptovalute inseriti dagli utenti potrebbero essere a rischio in caso di violazione del database del sito. In memoria della regina più longeva del mondo, agli utenti sono state offerte anche monete commemorative o magliette raffiguranti Sua Maestà. La maggior parte dei siti in cui vengono offerti tali prodotti sono piuttosto nuovi: non sono in alcun modo protetti e durante il pagamento l’utente non viene trasferito su una pagina sicura.

Acquistare cimeli online, solo su negozi affidabili

Di conseguenza, i dati delle carte, gli indirizzi o i nomi degli utenti potrebbero non essere protetti, il che significa che queste informazioni possono essere rubate da intrusi se il database del sito viene compromesso. Di conseguenza, quando si acquistano cimeli online, è importante scegliere solo negozi affidabili, senza dimenticare di controllare l’indirizzo del sito del negozio. Spesso, infatti, i truffatori creano pagine di phishing, simili a quelle di brand famosi. Inoltre, occorre diffidare da offerte eccessivamente vantaggiose e sconti notevoli, perché molto spesso i criminali informatici usano prezzi bassi rispetto ad altri negozi come esca per ottenere le credenziali degli utenti e i dati delle carte di credito.

Un’esca per ottenere i dati di pagamento

“La morte della Regina Elisabetta II ha sconvolto il mondo, commuovendo milioni di persone – ha commentato Olga Svistunova, Security Expert di Kaspersky -. Per rendere omaggio a Sua Maestà, molti utenti cercano di acquistare un prodotto commemorativo o un token con la sua immagine. Tuttavia, i siti in cui vengono offerti tali prodotti sono stati per lo più creati frettolosamente da persone che non si sono preoccupate di assicurare la loro sicurezza. Quando acquistate da questi siti – aggiunge Olga Svistunova -, ricordate che molti di essi non sono sicuri e che i dati inseriti in queste pagine sono a rischio di furto, quindi ricordate di utilizzare una soluzione sicura e affidabile per proteggervi. Scegliete inoltre di acquistare solo da negozi affidabili e diffidate dei prezzi eccessivamente ribassati dei prodotti: possono essere usati dai criminali informatici come esca per ottenere i vostri dati di pagamento”.