I dipendenti italiani sono pronti a un cambio radicale di carriera

I dipendenti italiani sono pronti a un cambio radicale di carriera

Secondo la ricerca Transformations, skills and learning realizzata dal Gruppo Cegos in 7 Paesi, 3 dipendenti italiani su 4 (78%) sarebbero disposti a prendere in considerazione un cambio totale di carriera. Direttori e hr manager sono consapevoli del fenomeno, e si stanno attivando per programmi di retraining, ma solo il 24% li ha già implementati. Del resto, lo sviluppo delle competenze è sempre più vitale per adattarsi alle trasformazioni in atto. In particolare per la trasformazione digitale (61%), quella legata alle nuove modalità di lavoro (52%) e sulla sicurezza informatica (39%).
Sono queste le grandi sfide che per gli hr manager avranno il maggior impatto, tanto che il 37% dei programmi di formazione implementati sono di upskilling (36%).

Reskilling: un possibile rimedio alla difficoltà di trattenere talenti

Oltre all’upskilling si stanno però affermando anche approcci di reskilling per la mobilità interna, da interpretare come possibile rimedio alle crescenti difficoltà nel reclutare e trattenere i talenti.
Inoltre, 9 dipendenti su 10 sono disposti ad autoformarsi, e il 64% avverte lo sviluppo delle competenze una responsabilità condivisa tra azienda e lavoratore (59% hr). Ma solo il 40% dei lavoratori ritiene che l’organizzazione soddisfi le proprie esigenze di formazione ‘just in time’, e per il 42% la risposta arriva troppo tardi rispetto a quando si è manifestato il bisogno formativo.

Bisogni di competenze e offerta di formazione dovrebbero coincidere

Il 55% di responsabili hr ritiene che sia difficile far corrispondere i bisogni di competenze dell’organizzazione con l’offerta di formazione. Per costruire i programmi di formazione gli hr director si basano su quattro driver: ruoli e competenze della propria organizzazione, variazione della business strategy, esigenze individuali e delle linee di business. Inoltre, per il 41% degli hr director sono da migliorare soprattutto le competenze digitali e manageriali (39%), oltre le soft skill. Organizzazione efficiente del lavoro, creatività e senso dell’innovazione sono in cima alle priorità dei dipendenti, mentre agilità e adattamento sono al top per i professionisti hr.
L’apprendimento blended e online, riporta Adnkronos, sono ancora favoriti dai referenti hr. Il 60% ha attivato negli ultimi due anni corsi di formazione online, il 49% corsi blended e il 41% corsi in aula.

Ascoltare i “serial learner” per non perdere competitività

“Di fronte ai cambiamenti in atto e al crescente interesse dei dipendenti nello sviluppo delle proprie competenze, le organizzazioni devono essere in grado di offrire una gamma di opportunità di formazione, mobilità e riqualificazione dinamiche e chiare, e devono renderle anche più visibili internamente per incoraggiare un maggiore coinvolgimento dei dipendenti – commenta Emanuele Castellani, ceo di Cegos Italy & Cegos Apac -. Un’attenzione particolare va riservata ai ‘serial learner’ capaci di influenzare positivamente i colleghi, e che potrebbero rappresentare una grave perdita di competitività se non ascoltati, soprattutto alla luce dell’impennata di dimissioni dell’ultimo anno, spesso legate alla ricerca di condizioni più vicine alle proprie aspettative e valori”.

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