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Economia

Crisi: servono riforme e investimenti esteri

Posted by Valentina Beretta on
Crisi: servono riforme e investimenti esteri

I giudizi della comunità internazionale convergono sulla prospettiva di un rafforzamento del ruolo che l’Italia può svolgere nella cornice dell’Unione europea, privilegiando iniziative concertate con gli altri Paesi Ue. A quanto emerge dal rapporto Aibe-Censis 2022, realizzato per cogliere le opinioni degli investitori esteri sull’Italia a seguito della forte instabilità economica e dell’incertezza geopolitica, il 71,2% di un panel qualificato si dichiara molto d’accordo con la visione della comunità internazionale, e il 18,6% è abbastanza d’accordo. Dopo un 2021 che aveva in parte fugato le paure della pandemia, la guerra russo-ucraina scatenatasi all’inizio di quest’anno, e i dati relativi all’andamento dell’inflazione, di fatto hanno congelato le aspettative positive maturate un anno fa, e certificate dal precedente rapporto Aibe-Censis pubblicato nel mese di novembre dell’anno scorso.

Il posizionamento dell’Italia nel quadro delle nuove condizioni geopolitiche

Il giudizio sulla prospettiva di agire liberamente nel contesto internazionale risulta più sfumato: il 49,2% dei rispondenti si dichiara molto d’accordo, e il 37,2% è abbastanza d’accordo con la possibilità di sviluppare iniziative italiane a favore di una più ampia partecipazione agli scambi mondiali, soprattutto nell’ambito dei prodotti manifatturieri. L’ipotesi di una maggiore integrazione dell’Italia con i Paesi del Mediterraneo trova invece molto d’accordo il 30,5% degli intervistati, ai quali si aggiunge il 37,3% che si dichiara abbastanza d’accordo

Le strategie per attenuare l’impatto

Ai rappresentanti della comunità internazionale è stato chiesto di individuare quale sarebbe la strategia più urgente e appropriata per governare la fase di crisi. Per il 71,2% degli intervistati la priorità numero uno consiste nelle iniziative volte alla riforma della Pubblica Amministrazione, della giustizia, del fisco e della concorrenza. A seguire (64,4%), la necessità di ridurre i procedimenti amministrativi e i vincoli burocratici per la realizzazione di investimenti, compresi quelli indirizzati alla transizione energetica. L’impegno nell’attuazione del Next Generation Eu, anche coinvolgendo risorse private in progetti di sviluppo, è sottolineato dal 50,8%. Il panel si mostra più tiepido sulla utilità di trasferimenti di risorse pubbliche a imprese e famiglie (42,0%), e sull’ipotesi di contenimento del debito pubblico attraverso il controllo del costo delle pensioni e la razionalizzazione delle spese (40,7%).

La leva degli investimenti esteri

La maggioranza degli intervistati (66,1%) si dichiara molto d’accordo su iniziative finalizzate all’incremento dei flussi degli investimenti esteri che contemplino la semplificazione normativa e il riordino degli strumenti di incentivazione degli insediamenti produttivi. Questo, per facilitare l’ingresso di capitali stranieri nelle Pmi che competono sui mercati internazionali e sono orientate all’innovazione tecnologica.
Viene giudicato rilevante anche un possibile intervento che promuova sul piano internazionale la piazza finanziaria di Milano (52,5%), mentre si registra una minore convinzione per quanto riguarda la liberalizzazione di alcuni settori, come il gas, il trasporto pubblico, le ferrovie, i pubblici esercizi e le professioni (25,4%). Tra le diverse priorità, la privatizzazione delle imprese che negli ultimi anni sono cadute sotto il controllo diretto o indiretto dello Stato è quella che ottiene il consenso più basso (15,3%).

Economia

Imprese digitali, a Milano Monza e Brianza e Lodi sono sempre di più

Posted by Valentina Beretta on
Imprese digitali, a Milano Monza e Brianza e Lodi sono sempre di più

E’ l’economia digitale a fare da traino alla crescita di tre aree della Lombardia, Milano, Monza Brianza e Lodi. Come rivela un’elaborazione dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Registro Imprese, condotta in occasione della Digital Week 2022, quest’area geografica ha visto numeri in salita nel orso dell’anno:+3,8% per imprese attive, +16,1% per addetti. Numeri che collocano il mondo del digitale e le imprese ad esse collegate ai primi posti per dinamicità. Complessivamente, in base alle rilevazioni riferite a settembre 2022, sono sulla piazza 18.363 imprese “digitali”, attive nei settori di e-commerce, produzione di software e consulenza informatica, telecomunicazioni e altri servizi legati al web. In particolare nell’area metropolitana crescono in un anno del +3,8%, con un trend positivo che nel periodo 2019/2022 vede un aumento complessivo del +16,8%. 

Prosegue il percorso delle imprese verso la digitalizzazione

Prosegue senza interruzioni il percorso delle imprese verso la digitalizzazione, che vede innovazione e tecnologia driver di competitività, all’interno di uno scenario in cui economia tradizionale e economia digitale non viaggiano più parallele ma convergenti. Numeri che spiccano maggiormente, infatti, se si considera il contesto complessivo del sistema delle imprese attive, che fa registrare in un anno -0,3% e +1,4% dal 2019 ad oggi. E il valore dell’economia digitale si misura anche dalla sua capacità di generare occupazione, che nelle attività legate al digitale cresce di +16,1% (220.831 addetti al terzo trimestre del 2022), a fronte di una variazione generale che si attesta a +6,5%. Infine, dai dati di bilancio disponibili relativi al 2020, emerge che nell’area Milano Monza Brianza Lodi l’economia digitale genera 46,8 miliardi di euro di ricavi.

Il ruolo strategico del Punto Impresa Digitale

Attraverso il PID Punto Impresa Digitale della Camera di commercio, le imprese possono ricevere informazione, formazione, assistenza dedicata di primo livello, accompagnamento guidato di secondo livello e supporto nell’individuazione di partner scientifici e tecnologici. Dal 2018 il PID della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi ha coinvolto più di 15.000 partecipanti in attività di informazione, sensibilizzazione e formazione e servito più di 4.000 imprese, supportandole anche tramite l’erogazione di voucher per sostenere i progetti di investimento in trasformazione digitale, sviluppo e adozione di soluzioni tecnologie 4.0, destinando per questa attività oltre 20 milioni di euro.
“Come Camera di commercio sosteniamo le imprese in modo concreto e diretto nei percorsi di digitalizzazione e innovazione tecnologica” – ha dichiarato Elena Vasco, Segretario generale della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi – attraverso il progetto PID Punto Impresa Digitale, un hub dedicato di servizi, iniziative, misure, che ha l’obiettivo di intercettare e stimolare la volontà di crescita e trasformazione delle nostre aziende”.

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Gli incidenti che avvengono maggiormente in cantiere

Posted by Valentina Beretta on

Secondo quanto è possibile leggere direttamente sul sito dell’INAIL, le cadute dall’alto rappresentano la tipologia di incidente che più spesso si presenta in cantiere.

Ricordiamo che per lavoro ad alta quota, così come previsto dal Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (D.Lgs 81/08), si intendono tutti quei lavori che vengono effettuati ad una altezza superiore ai due metri.

Dai due metri in su dunque, si parla di alta quota e di tutti i pericoli cui sono esposti i lavoratori nel momento in cui salgono sul tetto di un edificio o comunque lavorano ad una altezza superiore ai due metri.

Certo, quello della caduta dall’alto non è l’unico fattore a causare degli incidenti, sebbene sia il più importante. Le cadute dall’alto rappresentano infatti il 54% degli infortuni, seguite dagli oggetti che cadono dall’alto che ne causano il 12%, seguiti dalla perdita del controllo durante la conduzione di mezzi che ne causa il 7%.

Dunque la sola caduta dall’alto raggruppa oltre la metà degli infortuni che si verificano in cantiere, ed è per questo che la normativa di settore ha delineato sempre più quelle che sono le misure per la sicurezza da seguire al fine di diminuire progressivamente il numero di incidenti.

I dispositivi di protezione individuale

A tal proposito il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro prevede che i lavoratori debbano obbligatoriamente utilizzare determinati tipi di protezione che sono utili ad evitare che possa verificarsi la caduta dall’alto, anche in caso di perdita di equilibrio.

Certamente, le imbracature rappresentano il più famoso dei dispositivi di protezione individuale: parliamo dunque di robuste funi che vengono assicurate attorno al corpo del lavoratore, dunque un sistema di arresto caduta molto valido e che entra automaticamente in funzione in caso di necessità.

Chiaramente le imbracature vanno assicurate ad un punto fermo che possa arrestare in sicurezza qualsiasi eventuale caduta. Tale opportunità di ancoraggio è offerta dalle linee vita tetto, le quali possono essere installate sia in via definitiva che temporanea e consentono anche a più lavoratori di potersi ancorare.

Ci sono poi i caschi con allaccio sottogola, che sono utilissimi nel caso in cui un oggetto possa cadere dall’alto e proteggere così la testa del lavoratore da un eventuale colpo. Ci sono poi i guanti ignifughi, le scarpe antinfortunistica, i dispositivi per la protezione degli occhi e delle orecchie.

I dispositivi di protezione collettiva

Vi sono poi i dispositivi di protezione collettiva, il cui scopo è quello di proteggere più lavoratori contemporaneamente.

Rientrano in questa categoria i vari connettori di sicurezza, funi con assorbitori ed in genere tutto quello che serve per creare un collegamento affidabile tra i lavoratori ed il punto di ancoraggio.

Esistono poi anche delle apposite reti di sicurezza, le quali vengono ancorate su apposite intelaiature di metallo, ed i parapetti provvisori.

Possiamo citare infine opere provvisionali come ad esempio i ponteggi, grazie ai quali è possibile prevenire i rischi di caduta.

Conclusione

Dunque ad oggi le cadute dall’alto continuano ad incidere in maniera notevole sulle statistiche che riguardano gli incidenti che avvengono in cantiere.

Diventa a tal proposito prezioso adoperare i dispositivi di protezione individuale e collettiva oggi disponibili sul mercato, e grazie ai quali è possibile bloccare sul nascere qualsiasi tipo di caduta, impedendo così che qualcuno possa farsi del male.

Bisogna dire infatti, che dal momento in cui è entrato in vigore il D.Lgs 81/08 il numero di incidenti sul lavoro, con riferimento sia a quelli con vittime che quelli senza, è diminuito in maniera drastica, il che è un trend certamente positivo che spinge gli addetti del settore a continuare in questa direzione.

Economia

Caro energia: come affrontare i prossimi mesi?

Posted by Valentina Beretta on
Caro energia: come affrontare i prossimi mesi?

Nonostante le alte temperature del mese di ottobre i prezzi unitari del gas rimangono alle stelle. Per contenere le bollette dei prossimi mesi il risparmio energetico e l’efficienza saranno quindi atteggiamenti decisivi. Secondo Altroconsumo, considerando i consumi di una famiglia di 3 o 4 persone (2.700 kWh per energia elettrica e 1.400 mc per gas, con riscaldamento autonomo), per i prossimi 12 mesi la stima di spesa annua per energia elettrica sarà pari a 1.726 euro, e per il gas 2.794 euro, per un totale di circa 3.766 euro. Al fine di rilevare come gli italiani abbiano tentato di arginare i costi nelle proprie abitazioni, Altroconsumo ha condotto un’indagine che ha coinvolto 918 intervistati. E solo metà considera la propria casa attrezzata ad affrontare il caro energia.

Dalle lampadine a basso consumo alle prese multiple con interruttore

Negli ultimi due anni, quasi il 50% degli intervistati ha condotto interventi nelle proprie abitazioni per migliorarne l’efficienza energetica. Tra i sistemi per il risparmio più diffusi nelle case degli italiani, al primo posto rientrano le lampadine a basso consumo (73%), seguite da finestre ad alto isolamento (67%), elettrodomestici ad alta efficienza energetica (66%), e prese multiple con interruttore (61%). Circa la metà ha una caldaia a gas a condensazione o pompa di calore. E solo un quarto afferma di avere isolato il tetto termicamente, o ha fatto isolare le pareti con il cappotto termico. Le soluzioni meno diffuse sono l’isolamento termico del pavimento, piano cottura a induzione, pannelli solari, caldaie o stufe a biomassa

Risparmio energetico: la casa fa la differenza

Gli interventi strutturali vengono realizzati più frequentemente nelle case indipendenti rispetto agli appartamenti in condominio, inoltre, le case del Nord Italia hanno maggiori dotazioni per il risparmio energetico rispetto a quelle delle regioni centrali, e soprattutto, a quelle del meridione e delle isole. Dai risultati emerge poi che solo il 53% del campione ritiene di avere una casa con caratteristiche che possano fare la differenza sul risparmio energetico. Viceversa, circa la metà non è soddisfatto, e il 18% dà una valutazione negativa. Ipotizzando un potenziale risparmio in bolletta il 61% degli intervistati ritiene molto conveniente investire per migliorare almeno un aspetto legato al risparmio energetico. Solo il 6% pensa che non valga la pena intervenire, e il 31% si dichiara poco o per nulla informato sulle attrezzature disponibili per risparmiare sul caro bollette.

Le strategie meno energivore 

Chi non ha la possibilità economica per attuare interventi, può comunque adottare accorgimenti significativi a livello domestico, riporta Adnkronos. Ad esempio, durante l’inverno, la strategia più efficace è intervenire sul riscaldamento: abbassarlo anche solo di un grado riduce la spesa di circa l’8%. L’utilizzo poco efficiente degli elettrodomestici, poi, considerando il prezzo medio attuale dell’energia (0,64 euro a kWh), ha un impatto non indifferente sui costi della bolletta. Per questo motivo bisognerebbe utilizzare solo gli elettrodomestici indispensabili e per il tempo strettamente necessario, prediligendo la scelta dei modelli meno energivori.