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Economia

Inflazione e consumi: gli effetti sul Retail del Largo Consumo

Posted by Valentina Beretta on
Inflazione e consumi: gli effetti sul Retail del Largo Consumo

I consumatori di tutta Europa stanno subendo gli effetti dell’inflazione sull’aumento del costo della vita. Un’analisi realizzata da GfK su 15 Paesi europei mostra come il 93% dei consumatori abbia già modificato le proprie abitudini di acquisto per risparmiare. Più della metà degli intervistati afferma che non si tratta di una decisione volontaria, ma che il cambiamento delle abitudini di acquisto è legato all’andamento dei prezzi. A livello europeo, il 60% dei consumatori dichiara di prestare maggiore attenzione al prezzo rispetto al passato, e il 54% cerca o aspetta promozioni speciali per finalizzare i propri acquisti.

Come affrontano il carovita gli italiani?

Tra le misure messe in campo dagli italiani per ridurre i costi, al primo posto c’è la scelta di mangiare più spesso a casa al posto di andare al ristorante. Quasi il 60% degli italiani dichiara infatti di farlo più spesso che in passato.  Tra le altre iniziative più citate rientrano quelle connesse al tema del risparmio energetico, ad esempio, la scelta di utilizzare maggiormente gli elettrodomestici in modalità ‘ecologica’, o addirittura utilizzarli meno di frequente per ridurre il consumo di energia. Inoltre, il 45% degli italiani dichiara di fare più spesso acquisti in diversi negozi per trovare i prezzi migliori, mentre il 37% ha incrementato l’acquisto di prodotti ‘private label’ rispetto al passato.

Alcolici, dolciumi e cosmetici le categorie più impattate

Le prime tre categorie di prodotto per le quali i consumatori europei dichiarano di voler modificare i propri comportamenti di acquisto sono bevande alcoliche (50%), dolciumi (48%) e cosmetici (42%).
Ma l’effetto del cambiamento delle abitudini dei consumatori si riflette anche sulle tipologie di negozio.
In questa fase, infatti, fattori razionali come la disponibilità di promozioni interessanti, o di prodotti private label a basso costo, condizionano maggiormente i consumatori nella scelta del negozio rispetto a fattori emotivi (cordialità del personale o rapidità del servizio). E a livello europeo, i Discount registrano un incremento del +15% tra chi intende aumentarvi gli acquisti nei prossimi sei mesi.

Come far fronte alla crisi?

L’attuale crisi economica quindi non solo influisce sul sentiment, ma comporta compromessi e strategie di risparmio messe in campo dai consumatori. Per Retailer e Produttori è più importante che mai rimanere al passo con queste tendenze.
“Comprendere le nuove esigenze dei consumatori è fondamentale per elaborare le giuste offerte sui giusti canali – commenta Marco Pellizzoni, Commercial Director Consumer Panel & Services di GfK Italia -. Nel contesto attuale i prodotti innovativi, in grado di soddisfare i bisogni razionali e che offrono allo tempo stesso vantaggi emotivi o sociali per i consumatori, hanno buone possibilità di successo. Ad esempio, Retailer e Produttori possono aiutare i consumatori a non sprecare il cibo, offrendo porzioni più piccole o sconti in prossimità della data di scadenza”.

Varie

In Italia solo il 7% delle aziende sa difendersi dalle minacce informatiche

Posted by Valentina Beretta on
In Italia solo il 7% delle aziende sa difendersi dalle minacce informatiche

Secondo il Cybersecurity Readiness Index 2023 soltanto il 7% delle aziende italiane, contro più del doppio a livello globale, ritiene di essere in grado di difendersi da un attacco informatico.
L’indagine è stata condotta su un campione di 6.700 professionisti provenienti da 27 paesi, fra cui l’Italia, che operano nell’ambito della cybersecurity. Per realizzare il Cisco Cybersecurity Readiness Index sono stati presi come criteri di misurazione 5 pillar, che costituiscono la principale linea di difesa di un’azienda, Identità, Dispositivi, Sicurezza della rete, Carichi di lavoro applicativi, e Dati.

I cinque pilastri fondamentali della cybersecurity

Per quanto riguarda l’Identità, è necessario fare progressi in questo ambito, poiché solo il 13% delle aziende è classificato come ‘Maturo’. Quanto ai Dispositivi, la percentuale più alta di aziende in fase Matura è del 20%. Anche per la Sicurezza della rete le aziende sono in ritardo, con il 72% degli intervistati che si trova nella fase Iniziale o Formativa. Ma è quella dei Carichi di lavoro applicativi l’area in cui le aziende risultano meno preparate, con l’80% delle stesse in fase Iniziale o Formativa, mentre per i Dati il numero di aziende in fase Matura è pari al 14%.

I quattro gradi di preparazione 

Agli intervistati è stato chiesto di indicare quali sono le soluzioni finora adottate e qual è il loro attuale status. Al termine dell’indagine le aziende sono state classificate nei quattro gradi di preparazione: Principiante, Formativo, Progressivo, Maturo. In Italia solo il 7% delle aziende è nella fase Matura, l’8% si trova ancora in quella Principiante e il 61% in quella Formativa. Le aziende italiane mostrano quindi una preparazione in materia di cybersecurity molto inferiore alla media globale. A livello globale le aziende in uno stadio Maturo sono infatti il 15%. Nei prossimi 12-24 mesi, inoltre, il 75% degli intervistati si aspetta un’interruzione della propria attività a causa di un attacco informatico, mentre il 31% dichiara di averne subito uno nel corso dell’ultimo anno.

Essere impreparati può costare caro

Il 25% delle aziende colpite ha dovuto spendere almeno 500.000 dollari per riprendere il controllo della propria attività, riporta Adnkronos. Per questo l’87% degli intervistati prevede di aumentare il proprio budget per la sicurezza di almeno il 10% nei prossimi 12 mesi.
“L’errore più grande da parte delle aziende è quello di difendersi dagli attacchi informatici utilizzando un mix di strumenti – ha dichiarato Jeetu Patel, executive vice president and general manager of security and collaboration at Cisco -. Occorre invece considerare piattaforme integrate, grazie alle quali le aziende possono raggiungere un grado di resilienza sufficiente colmando allo stesso tempo il loro gap di preparazione nei confronti della cybersecurity”.

Acquisti

e-commerce: gli italiani comprano online almeno una volta al mese

Posted by Valentina Beretta on
e-commerce: gli italiani comprano online almeno una volta al mese

Anche nel post Covid il 61% dei consumatori italiani continua a effettuare un acquisto online almeno una volta al mese, e il 24% una volta alla settimana. Purtroppo, però, il 2022 verrà ricordato anche come l’anno del prepotente ritorno dell’inflazione, nonché di una situazione geopolitica internazionale incerta e un conseguente ridotto potere d’acquisto da parte dei consumatori. Non sorprende, quindi, che rispetto al 2021 la quota dei cosiddetti acquirenti intensivi, ovvero quelli che fanno acquisti online almeno una volta alla settimana, sia calata di oltre due punti percentuali.
È quanto emerge dal Report annuale sull’e-commerce italiano pubblicato da idealo, il portale internazionale di comparazione prezzi.

Cosa comprano online i consumatori?

Negli ultimi tre mesi, il 43% degli utenti online ha acquistato un prodotto di elettronica, uno del settore moda & abbigliamento (41%) e uno relativo al comparto delle scarpe (33%).  Oltre il podio, registrano ottimi risultati anche il settore bellezza & profumi (32%), giocattoli & gaming (26%), medicine e prodotti per la salute (25%) e food & beverage (21%). Completano la top ten, il settore pet (20%), sport & outdoor (16%) e arredamento & giardino (15%). Confrontando i dati 2021 con il 2022 si evidenzia come ogni settore abbia fatto registrare una crescita di interesse, a partire da giocattoli & gaming (+78%), bambini & neonati (+59%) prodotti per animali (+52%), elettronica (+35%) e arredamento & giardino (+33%).

L’identikit dell’acquirente digitale

Nell’ultimo mese circa l’80% delle donne ha effettuato un acquisto tramite e-commerce, a fronte del 78% degli uomini. I settori online di maggiore interesse per il mondo maschile sono quello dell’elettronica (53%), scarpe & sneakers (32%) e moda & accessori (32%). Per l’universo femminile, moda & accessori (52%), prodotti per bellezza & profumi (46%) e scarpe & sneakers (34%).
La fascia di età più attiva è quella tra 35-44 anni, di cui oltre l’86% ha fatto almeno un acquisto online nell’ultimo mese. Seguono 44-55enni (85%), 25-34enni (76%), over 55 (75%) e i giovanissimi tra 16-24 anni (65%). L’elettronica di consumo è la categoria con più acquisti online per le persone dai 25 anni in su, mentre gli under 24 danno più importanza a moda e accessori.

Confronto prezzi: il miglior alleato per il risparmio

Analizzando le oltre 2000 categorie di prodotto presenti sul portale italiano di idealo, riporta Ansa, emerge che negli ultimi tre anni circa 1.200 categorie hanno registrato un costo medio più alto. Grazie all’andamento del prezzo di ogni prodotto idealo ha stimato le fluttuazioni per le categorie con il maggior numero di intenzioni di acquisto. In particolare, chi ha acquistato schede video nel 2022 ha ottenuto un risparmio medio superiore al 30% nell’arco di un anno, mentre chi ha comprato televisori e console di gioco ha sperimentato risparmi medi superiori al 20%. Per fotocamere digitali, tablet, notebook, smartphone e lavatrici i ribassi sono stati superiori al 15%, e per giacche, frigoriferi, profumi, stampanti e aspirapolvere superiori al 10%.