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Economia

Milano, Monza Brianza e Lodi: quali sono i dati dell’industria a fine 2023?

Posted by Valentina Beretta on
Milano, Monza Brianza e Lodi: quali sono i dati dell’industria a fine 2023?

Le elaborazioni del Servizio Studi Statistica e Programmazione della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi sono la prima fonte per avere un quadro sulla congiuntura dell’industria alla fine dell’anno, nel quarto trimestre del 2023. Secondo l’analisi tendenziale, l’area metropolitana milanese ha registrato una leggera crescita nell’ultimo anno, con un aumento del 0,4% nella produzione, superando il dato lombardo che ha segnato un -0,8%. Per quanto riguarda il fatturato, confrontato con il quarto trimestre del 2022, si è verificato un aumento del 1,6% a livello locale e una diminuzione del -0,4% a livello regionale.

Il portafoglio ordini di Milano

Relativamente al portafoglio ordini, si è osservata una certa stabilità rispetto al quarto trimestre del 2022 (-0,1% in un anno). Milano mette a segno una performance migliore rispetto a quella della manifattura lombarda (-1,2%). I mercati esteri milanesi hanno fatto segnare un lieve aumento (+0,4%) rispetto al mercato interno (-0,5%). Nel complesso, nel quarto trimestre del 2023, c’è stato un leggero miglioramento congiunturale rispetto al trimestre precedente per la produzione industriale e il fatturato di Milano, con aumenti rispettivamente del 0,4% e del 0,5% destagionalizzato.

Cresce la produzione 

Se confrontato con il dato lombardo, si nota una simile leggera crescita per la produzione (+0,4% in regione), così come per il fatturato del milanese  (rimasto invece stabile in Lombardia, destagionalizzato). Per gli ordini interni, il dato congiunturale ha registrato una lieve diminuzione, più evidente per l’industria milanese rispetto alla tenuta della manifattura lombarda (rispettivamente -0,5% e +0,1% destagionalizzato). Per gli ordini esteri, la performance milanese è migliorata leggermente nei tre mesi (+0,4% rispetto al dato lombardo di -0,1% destagionalizzato).

Monza e Brianza

Per quanto riguarda Monza e Brianza, la variazione tendenziale della capacità produttiva ha collocato i volumi prodotti a un livello leggermente inferiore rispetto al quarto trimestre del 2022 (-0,6%), ma in modo leggermente migliore rispetto al calo lombardo (-0,8%). Il fatturato della manifattura brianzola è risultato in linea con il dato lombardo (-0,4%). Il portafoglio ordini ha evidenziato una riduzione leggermente migliorativa rispetto a quella registrata in Lombardia (rispettivamente -0,7% e -1,2%) nel quarto trimestre 2023.

Dal punto di vista congiunturale, la produzione industriale ha registrato un lieve calo rispetto al trimestre precedente (-0,4% destagionalizzato), mentre il fatturato è aumentato (+0,4% destagionalizzato), insieme a una diminuzione delle commesse esterne (-0,8% destagionalizzato) e interne (-0,5%).

Lodi

Nella zona di Lodi, nel quarto trimestre del 2023, rispetto all’anno precedente si è osservato un trend di tenuta per la produzione. L’analisi tendenziale ha mostrato un aumento del 0,2% nella produzione rispetto al quarto trimestre del 2022, una performance migliore rispetto al dato lombardo (-0,8%). Riguardo al fatturato, rispetto al quarto trimestre del 2022, si è registrato un recupero del +6,2%, molto superiore al dato regionale (-0,4%). Gli ordini sono cresciuti del 6,2% rispetto al -1,2% in Lombardia.

Nel quarto trimestre 2023, rispetto al trimestre precedente, si è osservato un aumento congiunturale della produzione industriale (+1% destagionalizzato), del fatturato (+2,3% destagionalizzato) e delle commesse acquisite dai mercati interni (+3,1% destagionalizzato) ed esteri (+0,8%).

Economia

Italiani e inflazione: com’è la situazione oggi?

Posted by Valentina Beretta on
Italiani e inflazione: com’è la situazione oggi?

E’ sotto gli occhi di tutti il fatto che l’economia italiana, così come quella globale, negli ultimi anni sia stata travolta dalla tempesta energetica. Si è trattato di un autentico tsunami che ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi di una vasta gamma di prodotti e servizi.
Ma l’aspetto più preoccupante, da attribuirsi proprio a questo rincaro generalizzato, è stato l’aumento significativo dell’inflazione, con conseguenze rilevanti sul potere d’acquisto dei cittadini.

2021, quando tutto è iniziato

Nel complesso scenario economico del 2021, l’Italia ha vissuto l’esplosione della tempesta energetica. Un fenomeno che ha innescato un brusco aumento dell’inflazione che ha raggiunto l’apice dell’11,8% alla fine del 2022. Tuttavia, nel corso del 2023, l’inflazione ha registrato una discesa altrettanto rapida, quasi annullandosi e stabilizzandosi all’0,8% a gennaio.

I salari non sono allineati al tasso di inflazione

È importante sottolineare che i salari hanno mostrato una crescita molto più lenta rispetto al tasso d’inflazione, con una singolare conseguenza: durante i tre anni precedenti, sono aumentati lentamente durante la fase di crescita dell’inflazione e in modo più repentino durante la sua discesa.

Nel primo trimestre del 2021, la crescita salariale (+0,7%) superava quella inflattiva (+0,5%), ma nel secondo trimestre iniziava un lento declino del potere d’acquisto (+0,6% i salari; +1,3% l’inflazione). Con il passare dei trimestri, l’erosione si intensificava, ampliando la forbice tra salari e inflazione. Nel quarto trimestre del 2022, la distanza raggiungeva il suo apice con la crescita salariale dell’1,5% e l’inflazione all’11,8%, creando un differenziale di oltre dieci punti percentuali.

2023, il cambiamento di rotta

Nel corso del 2023, si è assistito a un cambiamento di rotta: la crescita salariale si è intensificata mentre il tasso d’inflazione ha rallentato, pur rimanendo più alto nel confronto. Nel terzo trimestre del 2023, la forbice si è ridotta, con una crescita salariale del 3,2% rispetto a un’inflazione del 5,9%. Infine, nell’ultimo trimestre del 2023, si è verificato il sorpasso, con una crescita delle retribuzioni del 4,8% rispetto a un’inflazione dell’1,2%.
Questo passaggio ha consentito agli stipendi di recuperare, facendo riconquistare ai cittadini italiani il potere d’acquisto in essere prima del 2021.

E’ davvero tutto a posto?

Ma tutto è davvero a posto? Non proprio. Lucio Poma, capo economista di Nomisma, commenta i dati: “Veniamo da due anni e mezzo nei quali le famiglie italiane si sono sensibilmente impoverite, hanno dovuto attingere ai propri risparmi o fare ricorso al credito per pianificare acquisti particolarmente onerosi o imprevisti. Una ferita profonda, che avrà bisogno di tempo e stabilità per rimarginarsi”.

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Italiani e influencer, è cambiato il rapporto dopo il “caso pandoro”?

Posted by Valentina Beretta on
Italiani e influencer, è cambiato il rapporto dopo il “caso pandoro”?

Il mondo dell’influencer marketing ha raggiunto un giro d’affari di quasi 20 miliardi di euro nel 2023, secondo la Commissione europea. Si è dunque consolidato come un settore cruciale nelle strategie commerciali delle aziende e nelle abitudini quotidiane degli italiani. Per esplorare più in profondità queste nuove dinamiche, BVA Doxa e FLU, specializzata in influencer marketing, hanno condotto un’indagine approfondita sul rapporto tra gli italiani e gli influencer. E’ ancora amore, soprattutto dopo il “caso Pandoro” che ha coinvolto l’esponente più famosa del web, Chiara Ferragni, e di riflesso anche il marito? 

Il contesto del mercato globale e nazionale

Il valore di quasi 20 miliardi di euro nel mondo sottolinea la portata economica dell’influencer marketing, diventato un elemento fondamentale per brand e aziende su scala globale. In Italia, la ricerca di BVA Doxa ha coinvolto un campione di 1000 utenti di Instagram tra i 18 e i 54 anni, analizzando la variazione della relazione tra follower e influencer nel periodo tra ottobre 2022 e gennaio 2024.

Quanto si utilizza Instagram e qual è il seguito degli influencer?

I risultati dell’indagine indicano che il 94% degli utenti accede a Instagram almeno una volta al giorno, con l’82% che lo fa più volte al giorno. Due su tre seguono almeno un influencer, e oltre la metà segue addirittura più di 10 influencer. Questi dati confermano l’ampia diffusione del fenomeno e l’incidenza significativa degli influencer nella vita quotidiana degli italiani. 

Fiducia e chiarezza: i pilastri di tutti i rapporti, anche quelli digitali 

Nonostante le recenti vicissitudini di Chiara Ferragni, l’indagine ha rivelato che la fiducia degli italiani nei confronti degli influencer rimane elevata. Ben il 90% dei nostri connazionali afferma di fidarsi degli influencer che segue. Il 77% degli intervistati dichiara di saper riconoscere se un contenuto è sponsorizzato o meno, evidenziando un alto grado di maturità e consapevolezza da parte degli utenti.

Impatto sulle scelte d’acquisto

Il 62% degli intervistati apprezza le sponsorizzazioni, e per l’86% del campione il post sui social media rappresenta ancora il punto di partenza per un successivo acquisto, registrando un aumento del 3% rispetto al 2022. Oltre due italiani su tre ammettono di aver acquistato un prodotto perché lo hanno visto sponsorizzato sui social media.

Ci vuole trasparenza

Rispetto all’indagine del 2022, la “competenza” degli influencer è cresciuta di 4 punti percentuali. Insieme alla “trasparenza”, quest’ultima continua a essere l’aspetto più rilevante per gli italiani nel valutare gli influencer e i contenuti da loro veicolati. In conclusione, l’indagine di BVA Doxa sottolinea che la fiducia degli italiani verso gli influencer resta alta, così come è elevato l’impatto dei social sulle decisioni d’acquisto. Insomma, questo settore continua a rivestire un’importanza strategica nella comunicazione e nelle dinamiche del mercato italiano.