Yearly Archives

14 Articles

Acquisti

La tredicesima aumenta, ma i risparmi calano: i conti in tasca agli italiani

Posted by Valentina Beretta on
La tredicesima aumenta, ma i risparmi calano: i conti in tasca agli italiani

La buona notizia è che, complessivamente, la tredicesima degli italiani è più ricca rispetto al passato. La brutta, invece, è che gran parte di questo tesoretto verrà spesa e la quota di risparmi si assottiglia. Per la fine di dicembre 2019, circa 33 milioni di lavoratori e pensionati avranno ricevuto la sospirata tredicesima mensilità, per un totale di circa 44,8 miliardi di euro. Il calcolo è il frutto di un’elaborazioni dell’ufficio economico Confesercenti sui dati ufficiali e di una ricerca condotta con Swg.

Risparmio e investimenti? Rimandati

Quella della tredicesima rappresenta per gli italiani un’iniezione di liquidità, che nel 2019 è stata un po’ più sostanziosa dell’anno scorso (+1,3%). Questa disponibilità extra verrà quasi integralmente utilizzata dai nostri connazionali: al risparmio e agli investimenti finanziari andranno infatti solo 10,4 miliardi del monte complessivo delle tredicesime, circa 600 milioni di euro in meno rispetto al 2018, pari a un calo del 5,6%.

Più formiche al Sud che a Nord

Nel sud si riesce ad accumulare una quota più alta della tredicesima in forme di risparmio: il 27%, contro il 24% delle regioni del Nord e il 25% del Centro, scrive Askanews. La classifica si inverte entrando nel dettaglio degli investimenti finanziari: nelle regioni del mezzogiorno solo il 3% delle tredicesime viene investito in prodotti finanziari di risparmio, la metà della quota rilevata nel Nord (6%). Aumentano, invece, le risorse destinate agli acquisti (23 miliardi, +2,6%) e, soprattutto, a saldare pagamenti fissi e conti sospeso, cui vanno 11,4 miliardi di euro, il 5,7% in più sull’anno precedente. La voce include anche i mutui per la casa, capitolo di spesa che resta costante nella destinazione delle tredicesime (il 4% circa). I conti in sospeso, che crescono del 7% circa (500 milioni), impegnano le tredicesime soprattutto al Centro (16%), mentre sono più leggeri nelle regioni del Nord (12%).

Meno spese per i regali

E i regali di Natale? Per i doni verranno impiegati circa 7,3 miliardi di euro del monte tredicesime, un budget in leggera contrazione (-389 milioni) rispetto al Natale dello scorso anno. In questo caso, è il Nord il più generoso, con una media del 20% della tredicesima dedicata a mettere i doni sotto l’albero, quota che si restringe al 17% al Centro e al 15% nel Sud.

Per tutto il Paese, però, restano prioritarie le spese per la casa e per la famiglia, cui andranno 15,7 miliardi, quasi un miliardo di euro in più (+964 milioni) del 2018.

Economia

Il vetro è il re del packaging, aumentano prodotti e fatturato

Posted by Valentina Beretta on
Il vetro è il re del packaging, aumentano prodotti e fatturato

I prodotti confezionati in vetro sono sempre più presenti sugli scaffali di negozi e supermercati. Se oggi, vino, birra, sughi confezionati in vetro assorbono l’85% del fatturato, anche per olio, succhi, conserve e altri prodotti aumenta l’appeal del packaging “trasparente”. Il packaging sta diventando uno strumento di marketing e di vantaggio competitivo, e assume un ruolo sempre più significativo nelle strategie green di produttori e retailer.

In questo contesto la presenza del vetro è in aumento soprattutto nel segmento premium, i prodotti di livello qualitativo superiore o di alto valore simbolico, per cui è prevista una crescita del 7-8% nel prossimo triennio.

Tra il 2016 e il 2019 i tassi di crescita fino al 17%

I dati sono contenuti nell’analisi Il contributo del packaging in vetro nella valorizzazione delle categorie food&beverage. Implicazioni per la grande distribuzione, realizzata per conto di Assovetro da Guido Cristini, docente dell’Università di Parma. Secondo l’indagine, tra il 2016 e il 2019 i tassi di crescita del packaging in vetro per i sughi sono del 17%, per le birre del 16% e per il vino del 13%. Anche per olio, succhi, conserve e altri prodotti aumenta l’appeal delle confezioni in vetro. Nel settore succhi, ad esempio, nello stesso periodo il fatturato è aumentato del 10%, e si registra un notevole potenziale di crescita in tutti i settori.

Una confezione sostenibile

“Questo vento a favore del vetro, come packaging sostenibile – osserva Marco Ravasi, presidente della sezione contenitori in vetro di Assovetro – deve richiedere più che mai il nostro impegno. E l’industria europea del vetro si è già data un obiettivo: raggiungere entro il 2030 il 90% di tasso medio di raccolta del vetro destinata al riciclo”.

Nel 2018 il tasso di riciclo del vetro ha raggiunto il 76,3%, il 6,6% in più rispetto al 2017, conferma l’indagine. E se l’85% dei consumatori italiani lo ritiene il miglior packaging, riporta Adnkronos, rispetto a 40 anni fa si è ridotto del 50% il fabbisogno di energia per la produzione di bottiglie e vasetti, e sono calate del 70% le emissioni. Inoltre, grazie al riciclo nel 2018 sono state risparmiate 3.395.000 tonnellate di materie prime vergini, 320.000tep di energia e 2.082.000 tonnellate di CO2.

Un’industria da 2 miliardi di fatturato

Bottiglie e vasi poi sono stati sottoposti a un drastico dimagrimento. Una bottiglia di spumante dagli anni ’90, ad esempio, è diminuita in peso del 18%, del 13% un vasetto di omogeneizzati e del 12,2% quella dell’olio.

Anche gli investimenti dell’industria dei contenitori in vetro dimostrano questo impegno green. Su 200 milioni annui di investimenti dell’industria nazionale, il 41% è destinato a ridurre l’impatto ambientale.

In complesso, in Italia l’industria di bottiglie e vasi in vetro conta 16 aziende, 39 stabilimenti, 7.100 addetti, più 12.000 dell’indotto, sviluppa due miliardi di fatturato, ed è seconda in Europa nella produzione di contenitori.

Varie

Come decorare le unghie e ottenere un risultato stupefacente

Posted by Valentina Beretta on

Decorare le unghie  è un modo creativo per portare la manicure ad un altro livello. Fare nail art ti permetterà infatti di personalizzare le unghie e aggiungere elementi unici al tuo stile di tutti i giorni. Puoi persino decorarle per festeggiare un giorno speciale o solo un avvenimento particolare!

Esiste un’ampia varietà di metodi che è possibile utilizzare, per far si che decorare le unghie possa essere divertente ma soprattutto facile. Per scoprirli tutti ti è necessario seguire uno specifico corso unghie, ma oggi ne vedremo insieme uno semplice da eseguire.

Scegli un buon posto per decorare le unghie

Scegli una superficie piana e stabile, oltre che ampia per poggiare i materiali di cui hai bisogno, meglio se ventilata e ben illuminata. Evita di scegliere uno spazio in una stanza con tappeti, poiché la pittura sarà eventualmente più facile da rimuovere dal legno o dalle piastrelle, che dal tappeto.

Pulisci le unghie prima di tutto

Inizia lavandoti le mani. Quindi, con un batuffolo di cotone imbevuto di solvente per unghie, rimuovi lo smalto precedente. Tieni il cotone premuto contro le unghie per dieci secondi circa, quindi passalo con un movimento uniforme da un lato all’altro. Usa uno smacchiatore e rimuovi lo smalto per pulire i bordi delle unghie. È una buona idea usare lo smalto per unghie, anche se non le hai lucidate. Ciò eliminerà gli oli naturali che costituiscono un ostacolo che impedisce che al colore di aderire correttamente all’unghia.

Lima le unghie

Tutte le unghie devono essere uguali, quindi devono avere la stessa lunghezza. Inizia tagliandole e poi usa un ammorbidente per bordi ruvidi. Puoi anche usare una lima per modellare le unghie con un bordo arrotondato o quadrato, a seconda delle tue preferenze.

Assicurati di limare in una sola direzione, dall’esterno verso il centro dell’unghia , piuttosto che con un movimento in avanti e indietro. Ciò impedirà la rottura delle unghie.

Spingi indietro le cuticole

Le cuticole sono le piccole strisce di pelle alla base di ciascuna delle tue unghie. Quando si preme questa pelle verso il basso, si ottiene una manicure dall’aspetto più pulito e un’area più ampia per poter dipingere e decorareUsa uno spingi cuticole per spostarle delicatamente verso la parte inferiore del dito. Potrebbe essere necessario immergere le dita in acqua calda per alcuni minuti prima di spingere indietro le cuticole, in quanto l’acqua calda ammorbidisce la pelle e facilita il processo.

Fai rotolare la bottiglia di smalto tra il palmo delle mani per circa 25-30 secondi

Fai questo invece di scuotere il barattolo, poiché con questo movimento sarai in grado di riscaldare e mescolare lo smalto senza creare bolle. Evitare le bolle aiuterà ad ottenere una manicure più morbida.

Dipingi le unghie

Inizia con una mano di fondo e poi lasciala asciugare per circa cinque-dieci minuti. Successivamente, applica due strati del colore che preferisci, lasciando asciugare completamente ogni strato prima di applicare quello successivo. 

Applicare una mano di finitura

Una volta che le unghie si saranno asciugate, applica uno strato finale di smalto trasparente: questo eviterà che lo smalto si spezzi o si scheggi, oltre ad aggiungere un po’ di lucentezza in più alle unghie. Assicurati di applicare uno strato di smalto sul fondo dell’unghia per una maggiore protezione.

Varie

L’Isis su TikTok, rimossi gli account pericolosi

Posted by Valentina Beretta on
L’Isis su TikTok, rimossi gli account pericolosi

“Alle organizzazioni terroristiche e a qualsiasi altra organizzazione criminale è severamente vietato l’uso di TikTok. Non utilizzare TikTok per promuovere e supportare queste organizzazioni o individui”. Questa l’avviso di ByteDance, la compagnia cinese proprietaria della piattaforma, che ha rimosso almeno 10 account di jihadisti, alcuni dei quali con un migliaio di follower.

La notizia è stata diffusa dal Wall Street Journal: i terroristi del sedicente Stato Islamico (Isis) sono approdati su uno dei social più popolari tra gli adolescenti per diffondere video di propaganda. TikTok permette infatti di creare e condividere video di 15 secondi.

Video ”addolciti” con sticker di cuori rosa, stelle o il simbolo della pace

I video diffusi dai jihadisti dell’Isis su TikTok sono stati girati per strada da miliziani con pistole in mano, e sono stati ”addolciti” con sticker raffigurati cuori rosa, stelle o il simbolo della pace. Trasmettono immagini di persone che cantano inni dell’Isis, donne che esprimono una posizione estremista, ma anche ragazzi affascinanti, cavalli in corsa o cadaveri per le strade, riporta Adnkronos. Un modo molto più efficace dei sermoni o dei trattati teologici.

”Questo modo accattivante per propagare l’ideologia dell’Isis permette di diffondere rapidamente i messaggi e farli aderire alla memoria collettiva – commenta al Wsj Elisabeth Kendall, esperta di estremismo all’Università di Oxford -. La rima, il ritmo, i testi evocativi e i messaggi incisivi sono particolarmente attraenti per i giovani”.

Il volume di contenuti rende difficile sorvegliare la piattaforma

La segnalazione di una ventina di account sospetti è arrivata da Storyful, una delle principali piattaforme di verifica dei contenuti diffusi online. ”A differenza di altre piattaforme, che si basano sulle amicizie o sulle comunità degli utenti, TikTok si basa sul coinvolgimento degli utenti con un flusso infinito di nuovi contenuti – afferma Darren Davidson, direttore di Storyful -. Le pubblicazioni dell’Isis violano le politiche di TikTok, ma il volume di contenuti rende difficile per TikTok sorvegliare la propria piattaforma e sradicare questi video”.

La terza applicazione più scaricata nel 2018

Noto in Cina anche come Douyin, TikTok è un social network cinese lanciato nel settembre 2016. Attraverso l’app, gli utenti, soprattutto giovanissimi (il 30%o dei suoi utenti ha meno di 18 anni) possono creare brevi clip musicali di durata variabile tra i 15 e i 60 secondi, ed eventualmente modificare la velocità di riproduzione, aggiungere filtri ed effetti particolari. Lo scorso anno TikTok è stato utilizzato da 500 milioni di utenti in tutto il mondo. Ed è stata la terza applicazione più scaricata nel 2018.

My Blog

Aumentano gli attacchi di cybercrime, nel mirino la Sanità

Posted by Valentina Beretta on
Aumentano gli attacchi di cybercrime, nel mirino la Sanità

I dati del Rapporto Clusit sui primi sei mesi del 2019 parlano chiaro, gli atti di cybercrimine sono in aumento, e tra i settori più colpiti c’è quello della Sanità.

Il cybercrime, ovvero gli attacchi informatici compiuti per estorcere denaro, sono la principale causa delle aggressioni informatiche a livello mondiale, di cui rappresentano l’85%, e nel periodo considerato dal Rapporto segnano un +3,8% rispetto al primo semestre 2018. “Siamo a due minuti dalla mezzanotte” è la metafora apocalittica degli esperti. Le tecniche usate? Phishing, social engeneering e il malware semplice, ancora l’arma più diffusa.

“Mai questo settore è stato così bersagliato”

Tra i settori più bersagliati al primo posto c’è appunto la Sanità, con 97 attacchi gravi su 757 globali, pari a un aumento del 31%. Riguardo il settore della Sanità, osservano gli esperti del Clusit, dal 2011, anno della pubblicazione del primo Rapporto, “mai questo settore è stato così bersagliato”. Il numero di casi censiti, soprattutto con finalità di cybercrime e furto di dati personali, è aumentato infatti del 98% rispetto al 2017. Al secondo posto della classifica dei settori più colpiti si trova il settore della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) e retail, che segnano un incremento degli attacchi del 40%, mentre diminuiscono gli attacchi gravi verso le categorie Government e Banking-Finance, riporta Ansa.

Phishing e social engineering, +104,8% rispetto al primo semestre 2018

Il rapporto Clusit, presentato a Verona in occasione del mese della sicurezza informatica, evidenzia ancora una volta che per conseguire la gran parte dei loro obiettivi i cyber-aggressori fanno affidamento soprattutto sull’efficacia di malware (virus malevolo) “semplice”, prodotto industrialmente a costi decrescenti. Il malware è in crescita “solo” del 5,1%, ma resta saldamente al primo posto in termini assoluti, rappresentando il 41% del totale, contro il 38% del primo semestre 2018. A crescere molto sono le tecniche di phishing e social engineering, ovvero lo studio del comportamento di una persona al fine di carpire informazioni. Questi due vettori d’attacco mostrano infatti una crescita addirittura del 104,8% rispetto al primo semestre 2018.

“Realizzare attacchi gravi con relativa semplicità e a costi molto bassi”

 “Il fatto che le tecniche di attacco più banali rappresentino ancora il 63% del totale implica che gli attaccanti possono realizzare attacchi gravi di successo contro le loro vittime con relativa semplicità e a costi molto bassi, oltretutto decrescenti – spiega Andrea Zapparoli Manzoni, membro del Comitato Direttivo Clusit -. Questo conferma ancora una volta quanto sia fondamentale e urgente investire anche sul fattore umano”.
   

Varie

Le app di web banking non superano il test del GDPR

Posted by Valentina Beretta on
Le app di web banking non superano il test del GDPR

Se i rischi per la privacy preoccupano sempre più gli utenti che fanno shopping online, e usano i social network nel tempo libero, il livello di allerta sale ulteriormente quando a essere in pericolo non sono solo i dati personali, ma anche i soldi di chi utilizza internet per gestire il proprio conto bancario ed altri servizi finanziari. Il 97% delle più grandi banche sono infatti a rischio di furto di dati online, e tra le app di web banking, 85 non superano il test di conformità al GDPR. Sono alcuni dei risultati (poco rassicuranti) di una ricerca svolta da ImmuniWeb.

Il 20% delle app di mobile banking contiene almeno una vulnerabilità di sicurezza

La ricerca evidenzia inoltre come tra le app di servizi finanziari 25 non sono protette da un web application firewall (WAF), e 7 contengono vulnerabilità note e sfruttabili da malintenzionati. Inoltre, il 20% delle app di mobile banking contiene almeno una vulnerabilità di sicurezza ad alto rischio.

Con i pirati informatici che mirano a sottrarre denaro agli utenti, quella della protezione dei dati è diventata una delle principali sfide che le banche devono affrontare. Tanto che il settore bancario è leader assoluto della spesa globale per la sicurezza informatica, che nell’insieme supererà i 7 miliardi di dollari entro il 2023.

Lo sviluppo del mercato digitale richiede un diffuso clima di fiducia nel web

Quello della privacy online, non è quindi un problema salito alla ribalta solo per evitare le sanzioni introdotte dal GDPR, ma anche perché un pieno sviluppo del mercato digitale richiede un diffuso clima di fiducia nel web.

“Oggi le persone possono svolgere comodamente dal proprio pc e anche dallo smartphone molte di quelle operazioni che in passato richiedevano spesso lunghe file presso sportelli e uffici – spiega il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi -. D’altra parte, gli utenti hanno bisogno di capire di quali siti web possono veramente fidarsi, specialmente se devono fornire i loro dati per effettuare pagamenti online”.

Uno strumento che aiuta gli utenti a valutare il livello di affidabilità di un sito

Non è un caso che la maggior parte delle richieste per ottenere il marchio Privacy Ok, rilasciato da Federprivacy, pervengano dal mondo finanziario, e sono oltre trenta i siti e le app di banche e istituti di credito che devono essere esaminare nei prossimi mesi per valutare quali sono idonei per ottenerlo.

Il marchio Privacy Ok viene ad aziende ed enti che aderiscono a uno specifico codice di condotta. Federprivacy ha affidato il processo di valutazione a TÜV Italia, organismo di certificazione indipendente che assicura l’imparzialità nel determinare se un sito è effettivamente conforme per la concessione del marchio. Un comitato di vigilanza inoltre monitora periodicamente i siti che hanno ottenuto il marchio. E in ogni momento gli utenti stessi possono rivolgersi a uno sportello online per inviare segnalazioni o reclami.

Varie

Il mondo vuole l’Italia, +56% ricerche su Google

Posted by Valentina Beretta on
Il mondo vuole l’Italia, +56% ricerche su Google

Il mondo cerca l’Italia. In base all’analisi delle ricerche effettuate su Google il numero di quelle legate al Made in Italy e alle parole chiave riconducibili a esso tra il 2015 e il 2018 è cresciuto del 56%. Un chiaro indicatore della notorietà e del desiderio degli stranieri nei confronti dei prodotti italiani. Ma non sempre siamo consapevoli delle nostre potenzialità. L’Italia è tra i primi 10 Paesi al mondo per investimenti in ricerca e sviluppo, ma solo il 13% degli italiani ne è consapevole, e addirittura quasi uno su due (45%) la ritiene una notizia poco attendibile. Siamo il primo Paese europeo per riciclo di rifiuti col 76,9% del totale di quelli prodotti, ma solo un italiano su 10 lo sa. E il 51% ritiene questa notizia non credibile.

Ai primi posti nel mondo in termini di saldo commerciale

È quanto emerge dal rapporto I.T.A.L.I.A. 2019 – Geografie del nuovo Made in Italy, realizzato da Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison, in cui è contenuta un’indagine condotta da Ipsos sulla percezione e la consapevolezza delle capacità del Bel Paese.

“Il Rapporto mette in luce un volto dell’Italia che non è conosciuto a sufficienza – sottolinea Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere -. L’export nazionale è aumentato di quasi il 60% in 10 anni, passando da un saldo negativo a un saldo positivo di circa 39 miliardi di euro. Il nostro Paese vanta quasi mille prodotti su 5mila ai primi posti nel mondo in termini di saldo commerciale”.

Il surplus commerciale manifatturiero è infatti il quinto al mondo (106,9 miliardi di dollari), sostenuto da migliaia di imprese medio-grandi, medie e piccole che ci fanno competere sui mercati globali. E i cui fattori vincenti si confermano la creatività, l’innovazione, il design, e l’hi-tech, come la meccanica o i mezzi di trasporto

Mancano fiducia e consapevolezza

Dall’Industria al Turismo, dall’Agroalimentare al Localismo, dall’Innovazione all’Arte e alla Cultura il nostro è un Paese che ha le risorse per guardare al futuro. Ma secondo la ricerca spesso l’Italia non sa di essere innovativa, versatile, creativa, reattiva, competitiva e vincente. Al tema della consapevolezza poi si aggiunge quello della fiducia, riporta Ansa.

“Troppo spesso questo Paese non ha piena coscienza delle proprie potenzialità – commenta Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola -. Tanto che è una delle nazioni al mondo in cui è maggiore la forbice tra percezione interna, spesso negativa, e percezione esterna positiva e favorevole”.

Innovazione e tradizione attirano il turismo

“L’Italia ha un forte orientamento all’innovazione, attestato dalle sue 38mila imprese manifatturiere innovatrici e dall’utilizzo di oltre 64mila robot industriali – continua Tripoli -. Ma è anche un Paese che sa far crescere le proprie tradizioni, come mostra il primato dell’agricoltura, soprattutto biologica, e che di anno in anno conferma la propria attrattività turistica, posizionandosi ai primi posti nel mondo grazie al crescente numero di pernottamenti di viaggiatori non europei”, arrivati a oltre 65 milioni di notti.

My Blog

Tavolo della cucina, come sceglierlo? Tutte le dritte

Posted by Valentina Beretta on
Tavolo della cucina, come sceglierlo? Tutte le dritte

Il tavolo in cucina è importante. Non solo perché amplia – e di moltissimo – lo spazio di lavoro, ma soprattutto perché permette di vivere l’ambiente cucina – se lo dimensioni lo consentono – in ogni momento della giornata. Colazione, pranzo e cena in famiglia, sia per comodità sia per intimità, per moltissimi italiani si svolgono proprio in questo locale. Inutile poi sottolineare che il tavolo è un arredo a tutti gli effetti, e completa il design della cucina stessa: nulla vieta di fare arditi accostamenti, come linee moderne per i mobili e un tavolo rustico, oppure coniugare a uno stile più classico un tavolo dal disegno più contemporaneo. L’unico vincolo, ovviamente, è dato dalle dimensioni e dalla disposizione del locale. Per il resto, via libera alla scelta, sulla base dei propri gusti e anche delle proprie esigenze. Ecco, in un breve excursus, qualche indicazione utile per identificare il tavolo perfetto.

Tavolo rotondo

In linea di massima, è il modello consigliato per le cucine di dimensioni contenute. Intimo e conviviale, può essere collocato anche in un angolo della stanza, magari corredato da pratici sgabelli. Questa è la soluzione giusta se si dispone di un tavolo di maggiori misure in soggiorno, dove poter accogliere gli ospiti. Se invece quello in cucina è l’unico tavolo della casa, sarà meglio prevedere un modello con delle prolunghe, che in caso di necessità possa dilatare lo spazio dove accomodarsi a pranzo o a cena. Tavoli tondi moderni, e anche qualche pezzo vintage – adesso così di moda – hanno il piano in marmo, in resina o in piastrelline colorate. Se il materiale è lucido, meglio: rifletterà la luce e regalerà più ariosità all’intera stanza.

Tavolo rettangolare

E’ il classico dei classici, il modello che ben si sposa con quasi tutte le cucine. Può essere collocato al centro del locale, se i metri quadrati lo consentono, o appoggiato contro il muro ed eventualmente spostato in caso di bisogno. Un autentico evergreen.

Tavolo ovale

L’ideale per le cucine lunghe e strette, dato il suo ingombro contenuto. E’ una forma che sta tornando di moda e che, soprattutto, consente di poter aggiungere più posti a tavola rispetto a tavoli di altre forme.

Tavolo a scomparsa

O a consolle, è fissato per un lato a una parete: si alza e si abbassa a seconda delle esigenze. Perfetto per le cucine piccole, una volta chiuso “ruba” pochissimo spazio.

Tavolo a bancone

E’ il trend degli ultimi anni: il tavolo ricavato o sul piano della penisola (o isola) della cucina o come prolungamento del piano di lavoro, con il medesimo materiale. Dal bellissimo effetto, specie le cucine open, è anche molto pratico: sotto può infatti essere attrezzato con scomparti o armadietti. In linea generale, anche la scelta del tavolo più “giusto” varrebbe la pena affidarsi a degli esperti già in fase di ideazione della cucina stessa. Ad esempio Pedrazzini Arreda, rivenditore ufficiale di Veneta Cucine a Milano, offre ai propri clienti un servizio di studio e progettazione della cucina dei sogni, anche adattando i modelli visionabili nello show-room alle specifiche esigenze.

Varie

Andare in bici al lavoro: +78% nei primi 5 mesi dell’anno

Posted by Valentina Beretta on
Andare in bici al lavoro: +78% nei primi 5 mesi dell’anno

I viaggi in bici e a piedi per andare al lavoro sono cresciuti del 78% rispetto all’anno scorso, e hanno raggiunto una cifra pari a 17.598. Segno di un’attenzione per l’ambiente che ha portato benefici anche dal punto di vista economico. I dipendenti che hanno scelto di muoversi senza automobile hanno infatti risparmiato in totale 16.596,3 euro. E nei primi 5 mesi del 2019 sono stati 10.784,38 i kg di CO2 non emessa grazie a questa scelta, il 91% in più rispetto ai risultati ottenuti in tutto il 2018. In occasione della Giornata Mondiale della Bicicletta del 3 giugno Jojob, il servizio che permette alle aziende di diffondere e incentivare tra i dipendenti l’uso dei trasporti condivisi e a basso impatto ambientale, ha rivelato i numeri relativi ai viaggi casa-lavoro fatti in carpooling, a piedi, in bici, o con le navette aziendali.

Un’app che certifica le tratte casa-lavoro fatte a piedi o in bici

Lanciato nel marzo 2018 il sevizio Jojob Bici e Piedi permette tramite applicazione per smartphone di certificare le tratte casa-lavoro fatte a piedi o in bici. È infatti possibile calcolare il risparmio in termini ambientali ed economici. Inoltre, le aziende che aderiscono al servizi, potranno incentivare i dipendenti che scelgono una mobilità 100% sostenibile per raggiungere il luogo di lavoro. I viaggi casa-lavoro percorsi in bici e a piedi consentiranno infatti ai dipendenti di maturare punti e accedere a premi e promozioni messi a disposizione dalle aziende.

Il carpooling aziendale nel 2018 ha evitato l’emissione di 420 tonnellate di CO2

La funzione Jojob Bici e Piedi, riporta Adnkronos, si integra a quella del carpooling aziendale di Jojob, che certifica i viaggi condivisi tra colleghi e dipendenti di aziende limitrofe per raggiungere la sede aziendale in auto, e che nel solo 2018 ha permesso di risparmiare oltre 650 mila euro ed evitare l’emissione di 420 tonnellate di CO2.

Aziende virtuose e dipendenti soddisfatti

“Le aziende virtuose che scelgono di incentivare chi raggiunge il posto di lavoro in bici sono molto cresciute nel corso di questi mesi e ci aspettiamo che il trend prosegua in questa direzione – sottolinea Gerard Albertengo, Ceo&Founder di Jojob -. Questo dimostra una sempre maggiore attenzione per la mobilità sostenibile, che trova un riscontro positivo da parte dei lavoratori”. Anche per questo la mobilità ciclabile deve essere sostenuta e incentivata, sia con le infrastrutture sia con la tecnologia. Perché ridurre l’uso dell’auto privata fa bene al portafoglio e all’ambiente.

Varie

Il 23% dei domini preso di mira da attacchi informatici

Posted by Valentina Beretta on
Il 23% dei domini preso di mira da attacchi informatici

Quasi un quarto dei domini dei brand a livello mondiale è stato attaccato dai cyber criminali, con un impatto negativo sul giro d’affari per il 62% dei brand.

“I domini costituiscono il nucleo dell’azienda e l’identità del brand, e non è mai stato così importante proteggerli come in questo momento”, spiega Chrissie Jamieson, VP of marketing di MarkMonitor, azienda specializzata in protezione del brand aziendale.

Secondo l’ultimo report rilasciato dalla società, che ha coinvolto 700 decision maker compresi tra marketing, IT e uffici legali di Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Francia e Italia, almeno metà del campione ritiene che la violazione del brand sia cresciuta durante l’anno passato. E il 46% afferma che le minacce informatiche hanno influenzato lo sviluppo della strategia dei domini.

La responsabilità del controllo dei domini è a compartimenti stagni

Il report ha evidenziato che la responsabilità del controllo e della sicurezza dei domini è a compartimenti stagni, con i reparti IT / sicurezza IT considerati responsabili per la gestione dei domini dal 46% degli intervistati, seguiti da Ufficio legale (16%), e Marketing (13%).

“È necessario sforzarsi maggiormente per mantenere protetto un brand online anziché interessarsi solamente ai domini – continua Jamieson -. Si tratta di mettere in atto un’ampia e olistica strategia di protezione del brand che si concentri su domini, frodi e altre forme di violazioni, e che coinvolga un numero elevato di dipartimenti all’interno dell’azienda”.

Molte organizzazioni non sono state proattive nella sicurezza

Sempre secondo il report, gli argomenti riguardanti la gestione dei domini più citati sono la sicurezza (56%), i costi (40%), e tenere traccia dei domini (34%). Queste problematiche sono accentuate dal fatto che non tutti i domini sono attivi, il 56% degli intervistati detiene fino a 100 domini, mentre solo il 18% afferma che più di tre quarti di questi sono attivi. Per di più, nonostante il 43% affermi che il dominio è parte vitale sia della crescita del brand sia della salvaguardia della fiducia del cliente, molte organizzazioni non sono state proattive nella gestione e nella loro sicurezza. Il 26% dei brand si affida solamente a un avviso per il processo di rinnovo, il 21% dispone di una sola persona che gestisce il processo, e soltanto il 25% ha un piano che include una collaborazione interdipartimentale.

L’impatto politico e legislativo sulla gestione del dominio

Il 39% dei brand ha poi affermato che la Brexit ha avuto un forte impatto sulla loro strategia di dominio, così come il General Data Protection Regulation (GDPR). Quasi la metà degli interpellati (46%) afferma che il GDPR ha avuto effetti sulla strategia di dominio, mentre il 18% sostiene che con queste novità trova più difficoltoso proteggersi contro le violazioni.

“Anche le problematiche politiche e legislative hanno avuto un impatto sulla gestione e sicurezza del dominio – aggiunge Jamieson -. È necessario che vengano considerate parte del programma della protezione del brand online dell’azienda, in modo che possano effettivamente limitare i rischi, fare leva sui benefici della rete e al tempo stesso proteggere gli asset cruciali”.