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Intelligenza Artificiale, negli Usa in arrivo una legge per la trasparenza delle fonti

Posted by Valentina Beretta on
Intelligenza Artificiale, negli Usa in arrivo una legge per la trasparenza delle fonti

L’Intelligenza Artificiale e i suoi utilizzi sono tra i temi più caldi del momento. Tanto che due legislatori statunitensi, Anna Eshoo e Don Beyer hanno recentemente avanzato una proposta legislativa innovativa con l’obiettivo di regolamentare il settore dell’IA. La proposta, denominata “AI Foundation Model Transparency Act”, si concentra sulla trasparenza dei dati di addestramento delle IA e mira a imporre regole chiare ai creatori di modelli di intelligenza artificiale.

Rivelare le fonti usate per l’apprendimento  

La legge proposta impone ai creatori di modelli di IA di rendere note le fonti dei dati di addestramento. Tale divulgazione è cruciale per garantire che i detentori dei diritti d’autore siano consapevoli dell’utilizzo delle proprie informazioni. La proposta mira a indirizzare la Federal Trade Commission (FTC), in collaborazione con il National Institute of Standards and Technology (NIST), a stabilire regole dettagliate sulla trasparenza dei dati di addestramento.

Obiettivo: massima trasparenza

Le aziende coinvolte nello sviluppo di modelli di IA, riferisce Adnkronos, dovranno non solo rivelare le fonti dei dati utilizzati ma anche fornire dettagli sul processo di conservazione dei dati durante l’inferenza. Dovranno inoltre descrivere le limitazioni o i rischi associati al modello e come questo si allinea con il Framework di Gestione dei Rischi AI del NIST e altri standard federali. La proposta richiede anche informazioni sulla potenza computazionale utilizzata per addestrare e gestire il modello.

I modelli andranno testati per i casi critici

Un aspetto peculiare della proposta riguarda l’obbligo per gli sviluppatori di IA di segnalare gli sforzi compiuti per testare i modelli in scenari critici. Questo è particolarmente importante per prevenire la diffusione di informazioni inesatte o dannose in settori sensibili come medicina, biologia, cybersicurezza, elezioni, polizia, decisioni finanziarie, educazione, impiego, servizi pubblici e la protezione di popolazioni vulnerabili, come i bambini.

La questione dei diritti d’autore

La legge sottolinea l’importanza della trasparenza dei dati di addestramento in relazione ai diritti d’autore. Si fa riferimento a vari casi giudiziari contro aziende di IA, evidenziando la necessità di proteggere i detentori dei diritti d’autore da un uso improprio delle loro informazioni.

I prossimi step

La proposta si colloca in un contesto in cui l’uso pubblico di modelli di IA ha portato a numerosi casi di informazioni inesatte presentate al pubblico. La nuova norma dovrà essere sottoposta al vaglio di un comitato apposito, e al momento non è chiaro se ciò avverrà prima dell’inizio della serrata stagione delle campagne elettorali Usa.

Esiste già un ordine esecutivo in materia

La legge di Eshoo e Beyer si affianca all’ordine esecutivo sull’IA dell’amministrazione Biden, che mira a stabilire standard di segnalazione per i modelli di IA. Tuttavia, l’ordine esecutivo non ha forza di legge, quindi l’approvazione dell'”AI Foundation Model Transparency Act” trasformerebbe i requisiti di trasparenza per i dati di addestramento in una regola federale vincolante.

Economia

PMI europee, le priorità per il 2024 sono lo sviluppo tecnologico e l’acquisizione di nuovi clienti

Posted by Valentina Beretta on
PMI europee, le priorità per il 2024 sono lo sviluppo tecnologico e l’acquisizione di nuovi clienti

Qonto, soluzione specializzata nella gestione finanziaria delle aziende in Europa, ha presentato il suo primo rapporto sullo stato delle piccole e medie imprese (PMI) europee nel 2023. I dati, ottenuti attraverso una collaborazione con la società di ricerca di mercato Appinio e un sondaggio condotto su 2.000 dirigenti aziendali e responsabili finanziari in Francia, Germania, Italia e Spagna, evidenziano il buon andamento delle imprese europee nel 2023, con prospettive positive anche per il 2024. Tuttavia, emergono preoccupazioni riguardo alle incertezze macroeconomiche, in particolare legate all’inflazione e agli eventi geopolitici. La priorità per il 2024 per le PMI europee è lo sviluppo tecnologico e l’acquisizione di nuovi clienti.

Il 2023? Una buona annata per il business

Il 2023 è stato considerato un anno più che soddisfacente per la maggior parte delle PMI nei quattro paesi analizzati. Il 71% dei dirigenti ha dichiarato che le performance aziendali hanno superato le aspettative, con solo il 5% che non ha raggiunto i target prefissati. In Italia, il 63% degli intervistati ha riferito di risultati migliori o decisamente migliori del previsto, mentre in Francia questo dato è del 68%. Le PMI tedesche (78%) e spagnole (75%) hanno superato significativamente le aspettative.

L’inflazione è la principale preoccupazione

L’inflazione è emersa come la principale preoccupazione, seguita dalla mancanza di richieste e dagli eventi geopolitici. In Germania, il 68% delle PMI ha indicato l’inflazione come principale ostacolo, seguito dal 61% in Spagna. In Francia e in Italia, almeno il 50% ha menzionato l’inflazione come un problema. Oltre all’inflazione, la mancanza di domanda è stata citata dal 57% delle aziende, mentre eventi geopolitici sono stati menzionati da quasi un terzo.

Le sfide variano anche a livello locale. Ad esempio, la concorrenza è stata indicata come un problema dal 38% degli imprenditori italiani e dal 28% di quelli francesi, ma solo dall’11% in Germania. La mancata digitalizzazione è un aspetto rilevante in Italia e Germania (rispettivamente 15% e 16% degli intervistati), meno in Francia e Spagna.

Ottimismo per il futuro

Per il 2024, nonostante le sfide, l’ottimismo è elevato. L’85% degli intervistati italiani si sente ottimista riguardo alla crescita dei ricavi nel prossimo anno, seguito dal 86% in Spagna, 84% in Germania e 74% in Francia. La priorità per gli investimenti nel 2024 riguarda la tecnologia e la digitalizzazione, con il 38% degli imprenditori italiani e il 28% di quelli francesi che vedono la concorrenza come un problema, rispetto all’11% in Germania. La sostenibilità è un’area di miglioramento, con il 52% delle PMI impegnate a ridurre l’impatto ambientale.

L’imprenditorialità è una scelta che piace, con quasi il 75% dei leader aziendali che considera l’apertura di una propria azienda. In Italia, l’86% è interessato a lanciare la propria attività, mentre in Francia, Spagna e Germania le percentuali sono rispettivamente del 70%, 70% e 73%. Insomma, regna l’ottimismo, anche se con qualche ombra: ad esempio, la fatturazione elettronica obbligatoria è stata percepita come un onere per la maggior parte delle PMI italiane, con oltre un terzo che ha dichiarato un impatto “molto elevato” e un ulteriore 45% un impatto “elevato”. 

Varie

La società italiana del 2023 nel 57° Rapporto Censis

Posted by Valentina Beretta on
La società italiana del 2023 nel 57° Rapporto Censis

Sonnambuli e ciechi dinanzi ai presagi: è così che definisce gli italiani il capitolo La società italiana al 2023 del 57° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese.
Un Paese affetto da una profonda crisi demografica, tanto che nel 2050 avremo quasi 8 milioni di persone in età lavorativa in meno.

Intrappolati nel mercato dell’emotività, per il 69% la globalizzazione porta più danni che benefici e il 60% ha paura che scoppierà una guerra mondiale. Intanto monta l’onda delle rivendicazioni dei diritti civili individuali e delle nuove famiglie. E nella siderale incomunicabilità generazionale va in scena il dissenso senza conflitto dei giovani.

Il mercato dell’emotività

Resi più fragili dal disarmo identitario e politico, feriti da un profondo senso di impotenza, l’80,1% degli italiani (84,1% giovani) è convinto che l’Italia sia irrimediabilmente in declino.

Nell’ipertrofia emotiva in cui la società italiana si è inabissata, le argomentazioni ragionevoli possono essere capovolte da continue scosse emozionali. Tutto è emergenza, quindi, nessuna lo è veramente. Così trovano terreno fertile paure amplificate, fughe millenaristiche, spasmi apocalittici, l’improbabile e il verosimile.
È poi il tempo dei desideri minori: non più uno stile di vita all’insegna della corsa ai consumi per conquistare l’agiatezza, ma una ricerca di piaceri consolatori per garantirsi uno spicchio di benessere.

Occupazione e inquietudini sociali

Siamo passati rapidamente dall’allarme sulla disoccupazione al record di occupati, mentre il sistema produttivo lamenta sempre più frequentemente la carenza di manodopera e figure professionali.
Inoltre, se le famiglie in Italia sono 25,3 milioni (tradizionali, 52,4%) il numero dei matrimoni si riduce (da 246.613 nel 2008 a 180.416 nel 2021) e oggi 1,6 milioni di famiglie (11,4%e) sono costituite da coppie non coniugate.

Sembra poi giunta a maturazione una nuova stagione di rivendicazioni di diritti civili: il 74,0% è favorevole all’eutanasia, il 70,3% approva l’adozione da parte dei single, il 65,6% è a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso e il 54,3% dell’adozione di figli da parte di persone dello stesso sesso, e il 72,5% è favorevole all’introduzione dello Ius Soli.

Dissenso senza conflitto: l’incomunicabilità generazionale

La distanza esistenziale dei giovani di oggi dalle generazioni precedenti sembra abissale. Oggi i 18-34enni sono poco più di 10 milioni (17,5% della popolazione): in vent’anni ne abbiamo perso quasi 3 milioni.

I giovani sono pochi, esprimono un leggero peso demografico, quindi contano poco. La grande maggioranza degli italiani (57,3%) riconosce che i giovani, in questo momento, sono la generazione più penalizzata di tutte.
Gli anziani rappresentano invece il 24,1% della popolazione complessiva, e quelli di domani saranno sempre più senza figli e sempre più soli.
Nel 2040 le famiglie unipersonali aumenteranno fino a 9,7 milioni (37,0% del totale), e di queste, quelle costituite da anziani diventeranno quasi il 60% (5,6 milioni).